“Meloni politico pragmatico e capace”: anche il The Guardian promuove la premier

In un lungo articolo pubblicato oggi, uno dei giornali più progressisti, il The Guardian, che vanta tra le sue firme anche quella di Roberto Saviano, riprende la carriera politica di Giorgia Meloni, della quale offre una descrizione di una donna che ha saputo slegarsi dalle accuse di totalitarismo che le erano state rivolte mostrandosi, invece, una “figura dura, ma al tempo stesso comprensibile”, un “politico pragmatico e capace” che con il suo lavoro “ha sorpreso molte persone”. “Grazie alla credibilità guadagnata con fatica – si legge non a caso sul giornale britannico –, la Meloni è riuscita a uscire dalla nicchia neofascista in cui i suoi critici hanno cercato di confinarla”.

Affidabilità internazionale

In due anni di lavoro come Presidente del Consiglio, infatti, Giorgia Meloni ha infatti lasciato che il suo lavoro e i risultati raggiunti parlassero per lei: così facendo, mostrandosi seria e affidabile, pragmatica e preparata, vicina alle esigenze dei cittadini, il primo premier donna della storia italiana è riuscito a “raggiungere la rispettabilità che è sfuggita ad altri partiti di destra come il Rassemblement National di Marine Le Pen”. Rispettabilità che la Meloni si è guadagnata nei confronti di tutto l’Occidente, sia in Europa sia nell’ambito della Nato: “È stata ricevuta alla Casa Bianca da Joe Biden ed è stata accettata dai partiti centristi dell’Ue”.

Slegandosi dalle accuse preconcette su di lei, in due anni di lavoro Meloni “ha sorpreso molti per il suo pragmatismo politico e per la sua sagace abilità”. La premier italiana infatti è arrivata a lavorare “a stretto contatto con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen”, riuscendo inoltre a rassicurare i partners in merito alla posizione italiana sull’invasione russa dell’Ucraina: “È emersa come uno dei più affidabili sostenitori dell’Ucraina”, convincendo anche l’omologo ungherese Viktor Orban “ad approvare finalmente gli aiuti militari dell’Ue all’Ucraina”. Una rilevanza conquistata in Europa che Meloni ha saputo utilizzare anche in materia migratoria, spostando “l’UE verso la sua posizione sull’immigrazione, ampliando notevolmente un programma per pagare i Paesi nordafricani per fermare il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo”. Il quotidiano ha ricordato come Meloni si sia impegnata “affinché l’Ue seguisse il suo esempio in materia di immigrazione”. L’esempio plastico è l’accordo stretto con la Tunisia: “Nel 2023 – si legge ancora –, Meloni e von der Leyen sono volate a Tunisi per firmare un accordo con il presidente tunisino Kais Saied, che concede alla Tunisia 105 milioni di euro per la “gestione delle frontiere” e circa 1 miliardo di euro in prestiti e sostegno finanziario. Nel 2024, la Meloni e la von der Leyen hanno concluso accordi simili con la Mauritania e l’Egitto, nella speranza di chiudere i principali punti di partenza”. E ora che è diventato un modello da seguire, il lavoro della Meloni sul tema migratorio ha attirato l’attenzione di altri leader esteri: “Il suo impegno nell’affrontare l’immigrazione clandestina ha portato questa settimana il primo ministro britannico Keir Starmer in Italia, per ricevere i suoi consigli”.

Politico influente

Sul lato interno, poi, il The Guardian ha notato come l’Italia stia lottando “contro gli effetti corrosivi e omogeneizzanti del capitalismo globale, di una burocrazia europea iperattiva, dei valori secolari e dell’immigrazione caotica”. Vanno ricordati certamente i risultati economici: “Il governo ha concesso agevolazioni fiscali e sussidi alle imprese e alle start-up, alle famiglie con bambini, alle donne che lavorano e alle imprese che assumono lavoratori giovani e/o donne. I funzionari insistono sul fatto che queste politiche stanno funzionando, dato che la disoccupazione è scesa da circa l’8,1% nel 2022, quando Meloni è stata eletta, al 6,8% di oggi”. Mentre i suoi consensi crescono: “La Meloni – si legge ancora – è soprattutto un politico abile e disciplinato, che è salito al potere delimitando il territorio del centro-destra. Lei e il suo partito sono passati dal 2% al 26% dei voti in pochi anni”, anche perché “i suoi principali consiglieri sono persone intelligenti e riflessive, molto conservatrici dal punto di vista politico”. In questo modo, dunque, la leader di Fratelli d’Italia è riuscita a scalare i vertici del proprio partito e della propria Nazione, diventando così un politico influente e affidabile per tutto il resto d’Europa.

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