Meloni, Trump e Musk: per La Voce del Patriota sono “La Squadra dell’anno”

Il 31 dicembre scorso, qui su La Voce del Patriota scrivevo che «l’anno che comincerà tra qualche ora sarà un vero e proprio spartiacque della storia, se non altro perché il 9 giugno si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo e il 5 novembre per eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti. In entrambi i casi non si tratta di un banale confronto tra partiti e candidati, la posta in gioco è infinitamente più alta perché a sfidarsi saranno due visioni del mondo distinte e distanti: da una parte i globalisti e le follie di ideologia woke e cancel culture, dall’altra chi, come noi, difende i valori della Civiltà Occidentale e non si omologherà mai al pensiero unico. Di conseguenza, la visione del mondo che avrà la meglio orienterà l’approccio riguardo a macro-temi di enorme impatto economico e sociale tra cui Sovranità digitale (ergo, regolamentazione di Intelligenza Artificiale e Big Tech), immigrazione, conflitti in Ucraina e Medio Oriente, indipendenza energetica e rapporto con la Cina. Per tutti questi motivi sarà fondamentale scegliere accuratamente le fonti da cui informarsi, perché è ormai oggettivo per chiunque che i media che si vendono come super partes siano invece sfacciatamente di parte e spaccino la loro opinione per verità assoluta, travisando scientificamente la realtà a loro uso e consumo. Sui fatti di casa nostra così come su ciò che avviene in America.»

348 giorni dopo, possiamo affermare che, mentre sinistra e media mainstream erano impegnati a fabbricare e diffondere fake news, noi ci avevamo visto lungo su quella che mi piace definire “big picture”, ovvero una visione prospettica che consenta di valutare il contesto nella sua interezza, come se lo stessimo osservando dalla cima di una montagna o dal tetto di un grattacielo. 

Si tratta di un approccio oggi imprescindibile per chiunque gestisca un’azienda o guidi il governo di una Nazione, a maggior ragione se influente come l’Italia; chi non ce l’ha, semplicemente è impossibilitato a competere e quindi fallisce, muore. 

La ragione è semplicissima: il contesto geopolitico influenza ogni settore, poiché sortisce effetti che impattano dal punto legislativo e quindi, a ricaduta, anche economico e sociale. Farsi correttamente interprete dei fenomeni che condizionano il nostro tempo dovrebbe essere tra i compiti di chi fa informazione, mentre è ormai sotto gli occhi di tutti che avviene l’esatto contrario: i fatti vengono distorti, le notizie vengono inventate e i leader vengono travisati per sostenere la narrazione del pensiero unico, che ormai si è ridotta a una “echo chamber” all’interno della quale se la cantano e se la suonano sinistra e stampa affine, che si ostinano a negare la realtà. 

Intanto, fuori dalla loro bolla fatta di menzogne, milioni e milioni di persone hanno aperto gli occhi e ha smesso di leggerli e ascoltarli. Game over. La storica vittoria conquistata da Trump il 5 novembre scorso ha sancito la morte dell’informazione mediata, che versava in stato comatoso da quando, nel 2016, il tycoon sconfisse la Clinton pochi mesi dopo il referendum sulla Brexit.

I più avveduti avranno già compreso che il suddetto contesto sia di per sé esplicativo della nostra scelta di nominare Giorgia Meloni, Donald Trump ed Elon Musk “Squadra dell’Anno” per il 2025. I pianeti si sono finalmente allineati: America ed Europa possono contare su due leader che condividono valori e visione del mondo, e che possono avvalersi del supporto del visionario più visionario che c’è, ovvero quell’Elon Musk che, trasformando Twitter in X, ha riequilibrato un contesto in cui ogni opinione difforme dal pensiero unico veniva censurata da media e piattaforme social.

Allacciamoci tutti le cinture perché stiamo partendo per un viaggio più audace perfino di quello futuribile di SpaceX per Marte, la rotta tracciata dai tre componenti della nostra “Squadra dell’Anno” ci porta dritti ad una Rivoluzione destinata a cambiare per sempre i connotati della storia, restituendo forza, centralità e orgoglio a tutto l’Occidente. Chiamiamola pure la Rivoluzione dei Patrioti perché, come affermò Trump nel 2019 all’Assemblea dell’Onu, «il futuro appartiene ai patrioti, non ai globalisti.»

Quel futuro è finalmente arrivato, e appartiene a tutti noi.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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