Oggi, durante la Conferenza inerente l’accordo sulle migrazioni tra Italia ed Albania, su iniziativa dei gruppi parlamentari di FDI per la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica ed organizzata in concomitanza con il Centro Studi Fratelli d’Italia, sono state molte le tematiche affrontate dagli ospiti del convegno.
Sara Kelany, Deputato e responsabile del Dipartimento Immigrazione per Fratelli d’Italia, ha introdotto il dialogo sull’accordo, che – secondo quanto attestato da Kelany – avrebbe cambiato il paradigma nella gestione dei flussi migratori, favorendo una cooperazione tra i due paesi europei, per un approccio congiunto nei confronti del problema migratorio, che ha dunque necessità di essere affrontato congiuntamente: l’Onorevole ha poi avvalorato la sua visione, parlando successivamente del trattato di collaborazione tra Italia ed Albania, siglato già nel 95.
Lucio Malan, Capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, è apparso in un video-messaggio, affermando che il fenomeno della migrazione debba essere affrontato in modo ordinato: decidendo, sulla base delle leggi italiane, su quali persone possano effettivamente entrare in Italia e quali debbano essere effettivamente rimpatriate.
Anche il Senatore Malan ha testimoniato l’antica amicizia tra Italia ed Albania, asserendo che il nuovo piano congiunto sia ora un esempio per molti accordi che alcuni paesi europei stanno prendendo tra loro.
Tommaso Foti, Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, durante la videochiamata ha sostenuto l’importanza degli accordi di cooperazione con paesi terzi, per evitare che partano immigrati irregolari.
L’On. Foti ha inoltre sottolineato che le sinistre europee abbiano sperato nella bocciatura dell’accordo, da parte della Corte costituzionale albanese, ma così non è stato: secondo il deputato di FDI, infatti, l’accordo è legittimo ed operativo, poiché contribuirà notevolmente a garantire che l’ordine per i flussi migratori venga rispettato, in confronto alle politiche adottate negli anni precedenti.
L’On. Francesco Filini, Deputato di FDI E responsabile sia del programma del partito, sia coordinatore dell’Ufficio Studi, ha precisat, durante l’intervento video-telematico, come quest ultimo sia da sempre attivo per raccontare tutti gli argomenti che meritano un approfondimento. L’On. Filini ha ritenuto che con l’accordo bilaterale, l’Italia diventerà un modello per la gestione della migrazione.Nelle vesti di moderatore Fausto Carioti , Vice Direttore di “Libero”, il quale ha iniziato la discussione proponendo l’intervento di Mario Esposito, Professore Ordinario di Diritto Costituzionale nell’Università del Salento e Docente presso la LUISS Guido Carli, il quale ha dichiarato come l’Italia sia a tutti gli effetti uno dei paesi con la maggiore apertura nei confronti del fenomeno migratorio, affermando che sia opportuno evitare di fare confusione tra la persona che tende ad entrare in modo irregolare e quella che ha necessariamente bisogno di un permesso di soggiorno e che non sia stata avviata alcuna procedura urgente sul Decreto Cutro e neppure sugli Accordi tra Italia ed Albania.
Quando Il Vice Direttore Carioti ha chiesto al Prof. Esposito se ci fosse un eventuale Vulnus all’orizzonte, il docente ha risposto affermando che il testo sia stato scritto correttamente, rispettando il diritto nei confronti dei migranti: con quest ultimo provvedimento si renderebbe efficiente sia la tutela che l’ordine pubblico.
In seconda battuta, è intervenuto anche Fabrizio Bucci, Ambasciatore italiano a Tirana, facendo un excursus sulla stima ed il legame che uniscono Italia ed Albania: si è parlato della caduta del regime comunista nel 1990 e dell’esodo albanese iniziato nel 1991, a causa delle tragiche situazioni economiche in cui versava il paese all’epoca.Bucci ha inoltre ribadito che gli aiuti da parte dell’Italia nei confronti del popolo albanese siano apprezzati da sempre, così come l’impegno della nostra nazione, nell’accompagnamento verso un sistema democratico per l’Albania.
L’Ambasciatore ha inoltre sottolineato alcune importanti questioni, tra cui: La visione dell’Italia come un alleato essenziale e profondamente importante da parte dei paesi balcanici; Inoltre, parlando della politica albanese, Fausto Bucci ha sottolineato come fosse piuttosto chiaro che il disegno di legge sarebbe poi finito in uno scontro tra fazioni politiche opposte, asserendo infine che Edi Rama abbia dimostrato di essere più europeo di tanti altri Europei.Fabio Carioti ha poi chiesto a Nicola Procaccini, Eurodeputato di FDI e CoPresidente dell’ECR, se Ursula Von Der Leyen stia ora pagando in qualche modo la sintonia con Giorgia Meloni, L’On Procaccini ha risposto come di seguito: la politica migratoria ha avuto dei cambiamenti piuttosto ampi rispetto agli ultimi 5 anni. Inzialmente sembrava fosse impossibile confrontarsi sul tema , poiché si guardava a coloro che dimostravano di voler trovare soluzioni diverse, come dei criminali e dei “Fascisti”.
L’eurodeputato Nicola Procaccini ha sottolineato come Olaf Scholz ed Ylva Johansson (entrambi progressisti), abbiano accolto con benevolenza l’accordo tra Italia ed Albania, affermando che tra le sinistre europee ci sia ancora però qualcuno che non riesce ad accettare il fatto che ora siano i conservatori a scegliere per le nuove politiche in ambito migratorio.Nicola Procaccini, ha poi dichiarato di essere a conoscenza del fatto che l’accordo sia un tassello ma non la soluzione finale per risolvere il problema della migrazione, precisando che non ci si può piegare al volere degli scafisti oppure sovraccaricare di un peso economico ed amministrativo esorbitante isole come Lampedusa, confermando – così come chi l’ha preceduto negli interventi – che la migrazione sia un fenomeno da governare.
Nicola Procaccini ha poi affermato che la temperanza di Meloni in UE sia stata il motivo della fiducia riscossa nel PPE: evidentemente questa asserzione sta a significare che per la Von Der Leyen non c’è stato assolutamente alcun problema di sorta.Infine, Fabio Carioti ha aperto la conversazione con il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, parlando dell’ultimo naufragio che avrebbe visto la morte di 11 migranti ad Eceabat sulle coste della Turchia proprio oggi.Il Ministro Piantedosi ha dichiarato come sia effettivamente tragico un evento del genere, che di certo non è stato il primo, ma anche del motivo che sta spingendo il governo a prendere misure di contenimento restando in contatto con altri paesi, al fine di evitare che le persone partano con imbarcazioni di fortuna per raggiungere altri lidi, in quanto tutto questo sarebbe pericoloso per l’incolumità umana dei migranti.
A proposito delle iniziative di collaborazione, l’Italia ha avviato dialoghi con Tunisia, Libia ed Algeria per evitare che la migrazione irregolare si intensifichi; Tra l’altro questi paesi hanno chiesto sostegno per fermare le migrazioni verso i loro territori.Inoltre, secondo le parole di Piantedosi, l’Italia avrebbe avviato dei progetti di empowerment anche in Costa d’Avorio e che coinvolge anche organizzazione umanitarie, rassicurando che l’Italia sia sulla strada giusta con gli accordi in Albania. Sull’accordo da siglare con l’Egitto, Il Ministro Piantedosi ha parlato della collaborazione italiana, che potrebbe finalmente portare al blocco migratorio per la popolazione proveniente dal Bangladesh, la quale sfrutta i visti migratori per il turismo al fine di restare nel paese prescelto, in modo irregolare.Matteo Piantedosi ha riferito che attualmente l’Egitto si stia candidando per essere un paese centrale nel riferimento all’ambito energetico: come produttore di gas ma anche di energia solare, affermando poi che qualcuno non comprenda l’importanza strategica nel cavalcare queste sollecitazioni nel Piano Mattei.La Deputata Kelany ha poi concluso l’incontro, asserendo di aver commentato tutti gli argomenti che il Ministro ed il resto degli ospiti, si trovano ad affrontare di frequente, ringraziando il giornalista Fabio Carioti per per aver moderato in maniera oggettiva l’incontro odierno, facendo emergere i punti salienti con le proprie domande e ringraziandolo per la propria presenza.