I nuovi rilevamenti dei dati Frontex, l’Agenzia europea di guardia di frontiera e costiera, parlano chiaro: i migranti stanno calando. Infatti, dopo un inizio anno davvero difficile sulla questione sbarchi, complici anche le questioni internazionali scoppiate negli ultimi mesi e quelle che già si protraevano da diverso tempo, con lo spettro di superpotenze mondiali che spingono all’indebolimento dell’Europa favorendo i flussi migratori irregolari, emerge dai dati un trend decrescente iniziato a ottobre e che, per ora, non ha trovato ostacoli. I numeri di inizio anno sono tristi: nel 2023 sono stati registrati più 152.200 sbarchi sulle coste italiane. Numeri mai così alti dal 2016 che dimostrano la difficile situazione internazionale, soprattutto in Africa, nelle zone mediterranee come nei territori sub-sahariani, e in Medio Oriente.
Da ottobre, la svolta: il calo iniziato in autunno sembra essere stabile e costante, certificato anche dai dati di Frontex e stimato dalla stessa Agenzia intorno a un -24%. Dai 25 mila sbarchi di agosto, il picco dell’anno, e dai 19 mila di settembre, si è passati ai 10 mila di ottobre e agli 8 mila di novembre, fino al mese in corso, i cui numeri ancora provvisori non superano il migliaio. Tuttavia, il dato degli sbarchi mese per mese, se da un lato può attestare un fattuale calo, è ancora poca cosa, visto che è fisiologico un calo con l’arrivo delle stagioni più fredde. Sarà bene allora confrontare le cifre con quelle degli anni scorsi. In questo ci supporta il Cruscotto giornaliero aggiornato ed emanato quotidianamente dal ministero dell’Interno, i cui dati parlano in modo altrettanto chiaro: ad ottobre, gli sbarchi sono calati per più del 20% rispetto ai numeri del 2022; ancora meglio novembre, in cui il calo si attesta, seppur meno chiaramente, anche con riguardo al 2021. Ottimo infine dicembre, con un calo stimato intorno all’84% rispetto al 2021 e a più del 90% rispetto al 2022.
Cominciano a sortire i loro primi evidenti effetti le clausole del Memorandum d’intesa siglato a quattro mani da Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen, Mark Rutte e dal presidente tunisino Kais Saied per contrastare l’immigrazione clandestina: secondo Il Tempo infatti, Tunisi avrebbe fermato fino ad ora circa 65 mila immigrati clandestini pronti a raggiungere l’Italia e l’Unione Europea. Il dialogo diplomatico intrapreso con i Paesi nordafricani tramite le istituzioni europee sembra così essere una delle poche soluzioni per contrastare gli sbarchi, in un quadro di regolamentazioni che daranno i propri frutti sul lungo periodo: primi segnali iniziano già a vedersi, con buona pace di chi, in preda a una frenesia giovanile suscitata dai numeri elevati, sembrava quasi compiacersi di quanto accadeva, parlando già fallimento dell’esecutivo sulla questione migratoria e proponendo come soluzione il classico “porti aperti”. Chissà che numeri, a quest’ora, con un governo di sinistra!