Gli scafisti non possono decidere chi può entrare e chi no. Per troppo tempo i contrabbandieri di vite umane nel Mediterraneo sono stati i veri decisori su chi entrava in Europa, in base alle loro disponibilità economiche. Un traffico mafioso che Paesi civili come quelli europei non possono più tollerare.
A sostenerlo, da sempre, è Giorgia Meloni, che ottiene sempre più consensi da parte anche dei colleghi di stampo progressista. A dimostrazione che non può esserci ideologia di fronte a un problema annoso è grave come quello dell’immigrazione clandestina.
Ora, a unirsi alla strategia che Giorgia Meloni ha esportato in Europa c’è la Commissione europea. C’è la presidente Ursula von der Leyen, ma c’è anche Magnus Brunner, commissario designato per gli Affari interni e la migrazione: “Per gestire in generale la migrazione – ha detto il popolare austriaco – abbiamo bisogno di un’impostazione che sia equa ma anche decisa, e questo significa poter decidere chi nell’Unione europea ci può restare e chi invece deve andarsene. Dobbiamo decidere – ha aggiunto – in quali circostanze si può avere accesso a un soggiorno in Europa, e siamo noi che dobbiamo deciderlo, non gli scafisti. Chi non ha il diritto al soggiorno nell’Ue deve essere rimpatriato nel suo Paese di origine. Tutto questo dibattito si concentra su idee innovative anche per contrastare meglio gli scafisti e per poter tutelare chi ha diritto alla protezione internazionale”.
Dunque, si sta capendo finalmente che l’Europa non può sottostare al business degli scafisti, che commettono violenze e violano diritti fondamentali al solo scopo di lucrare sulle esigenze dei migranti. I Paesi civili non possono accettarlo e lentamente tutta Europa sta seguendo la strada segnata da Giorgia Meloni.