Migranti, il Piano Mattei si ingrandisce: il governo stanzia altri 600 milioni per i Paesi africani

Il piano Mattei va avanti e si allarga. La grande e ambiziosa strategia del Governo Meloni di portare sviluppo e investimenti in Africa, con il fine ultimo di ridurre all’osso le partenze illegali dai Paesi nordafricani e subsahariani, sta raccogliendo via via sempre più consenso da parte di Stati e organizzazioni internazionali. Complice il suo approccio, del tutto nuovo, con cui l’Italia, l’Europa e l’Occidente tutto inizieranno a interfacciarsi con i popoli africani dopo secoli di colonialismo e neo-colonialismo. Un nuovo approccio dunque che può portare anche alla conclusione, appunto, del fenomeno neo-coloniale che in molti casi si è trascinato fino ad oggi e continua ad aiutare alcune grandi potenze europee, che vedono gonfiare le proprie casse sfruttando e prosciugando le risorse dei Paesi europei, in violazione dei principi convenzionalmente riconosciuti di autodeterminazione e di sovranità interna, che, per ogni Stato, prevedono anche il libero sfruttamento delle risorse contenute sul suo suolo.

Appoggio internazionale

Dicevamo, dunque, che il Piano Mattei si sta allargando, grazie al suo grande valore potenziale riconosciuto anche dalle organizzazioni internazionali. I Paesi africani, infatti, hanno gradito fin da subito la strategia di investimenti, non mostrando reticenze in merito a un possibile approccio vessatorio che era lecito si aspettassero e a cui sono stati tristemente abituati. Inoltre, il Piano ha ottenuto il vaglio anche da parte delle Istituzioni europee, che erano presenti, ad esempio, alla conferenza di presentazione dello stesso Piano Mattei a inizio anno presso l’aula del Senato. Specialmente il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha mostrato interesse al progetto e in generale al nuovo approccio sulla questione migratoria esportato da Giorgia Meloni anche in Europa, arrivando persino a invitare gli Stati membri, tramite una missiva, a continuare a lavorare su questo modello: non più una mera gestione degli immigrati sbarcati, ma soprattutto la previsione di piani di investimenti così da disincentivare le partenze, al contempo rafforzando la difesa dei confini e le attività degli scafisti impegnati nel traffico di esseri umani nel Mediterraneo. In ultimo, cronologicamente parlando, c’è da ricordare come il G7, mai come quello di quest’anno a trazione italiana interessato a nuovi progetti per il Sud globale, abbia indicato proprio il Piano Mattei come il modello da seguire per lo sviluppo del continente africano.

600 milioni di ulteriori investimenti

Arrivando a date più recenti, bisogna sottolineare come il Piano, dopo aver già predisposto diversi progetti per i Paesi nordafricani (in particolare la Tunisia), si stia allargando anche in fatto economico: sono 600 i milioni di euro che verranno ulteriormente stanziati per il Piano Mattei, secondo quanto predisposto nel decreto Infrastrutture emanato lunedì dal Consiglio dei Ministri. Decreto che prevede, innanzitutto, la partenza del cosiddetto “Plafond Africa”, da un valore di 200 milioni di euro. In più, le aziende potranno avere accesso alla Cassa Depositi e Prestiti per finanziamenti a tasso agevolato: altri 404 milioni. Poi, 4,4 miliardi di euro sono stati istituiti, già nel 2022, per contrastare il cambiamento climatico nei Paesi emergenti. In altre parole, si tratta di investimenti per mirati per far crescere l’Africa, superando, come anticipato, la mera gestione degli arrivi e favorendo, piuttosto, lo sviluppo di quegli Stati dalle grande potenzialità e dalle tante risorcome quelli africani.

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