“Mi spiace non essere lì con voi. Come sapete sono uscito dall’ospedale ieri e volevo tornare dalla mia famiglia. Vi mando questo messaggio perché volevo ringraziare voi tifosi e la società per tutto quello che avete fatto per me. Questo per me è un momento particolare, sto lottando contro questa malattia“. Sono le toccanti parole dedicate da Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, ai suoi tifosi in occasione di una partita tra vecchie glorie che ha visto il Bologna sfidare il Real Madrid per festeggiare i 110 anni del club rosso-blu.
Mihajkivic, come ormai tutti sanno, sta combattendo una dura battaglia contro la leucemia, una malattia dura ma non impossibile da debellare. E, ne siamo certi, se c’è qualcuno che può sconfiggerla, quello è proprio Sinisa Mihajlovic. Chi ha imparato a conoscerlo sui campi di calcio, quando era un roccioso difensore centrale dotato di un sinistro che difficilmente perdonava i portieri avversari, sa quanto quest’uomo sia sempre stato determinato e impegnato a raggiungere i propri scopi sia nello sport che nella vita di tutti i giorni. E ne ha scoperto anche la lealtà, la dignità e la forza d’animo. Ne ha conosciuto il coraggio che però, più che con un pallone tra i piedi, ha dimostrato in questo periodo, da quando la malattia lo ha aggredito. Il coraggio di presentarsi – lui sempre così forte, a volte duro, un po’ guascone e mai domo – sul campo con lo sguardo smarrito, il colorito spento, parecchi chilogrammi in meno, coi palesi sintomi cioè della ‘bestia immonda’ che sta attentando alla sua vita. Sinisa, lontano da tutti in panchina perché le sue difese immunitarie non permettono contatti ravvicinati, a seguire la sua squadra, concentrato sul lavoro e non su se stesso, senza mai abbassare lo sguardo, senza mai dare l’idea di poter capitolare, e per far comprendere a tutti che, per quanto possa essere dura, e difficile, e aspra la battaglia, lui la combatterà e la vincerà. Magari con l’aiuto di tutti quelli – e sono tanti – che gli vogliono bene. Che amano l’allenatore, l’ex giocatore di pallone ma, soprattutto, l’uomo.
Vai, Sinisa, ‘asfalta’ come sai la ‘bestia immonda’.