Margaret Agata Spada, ventiduenne di Lentini, comune del Siracusano, aveva scelto di operarsi al naso da un chirurgo plastico di Roma dopo essere rimasta colpita da un video su Tik tok pubblicizzante lo studio medico e gli straordinari risultati: ottenere un rimodellamento del naso con un intervento “mini invasivo” e senza cicatrici. Margaret parte così con il fidanzato lo scorso 4 novembre per raggiungere lo studio del medico a Roma e sottoporsi a questa tanto desiderata rinoplastica. A seguito dell’anestesia locale la ragazza inizia a stare male e la situazione precipita rapidamente. Dopo aver avvertito il fidanzato, che entra nella camera operatoria filmando con il cellulare gli istanti in cui i medici tentato di rianimare la ragazza invano, la ventiduenne viene trasportata in ambulanza in gravissime condizioni al vicino ospedale Sant’Eugenio dove muore dopo tre giorni di agonia.
Sul decesso della giovane la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. I due medici finiti nel registro degli indagati sono anche i titolari della struttura, sequestrata dai carabinieri del Nas, priva di insegna, all’interno della quale non sarebbe stata trovata alcuna cartella clinica della ragazza né la registrazione dell’intervento, costato circa 2800 euro, e neanche il consenso informato.
All’interno del centro medico di Roma, un appartamento nella zona di viale Cesare Pavese, non sarebbe stato trovato nessun documento, nessuna scheda su pazienti e nessun atto sulle attività svolte. Una situazione che potrebbe portare ad un approfondimento investigativo, oltre a quello legato alla morte della giovane, e che rischia di aggravare la posizione dei due medici, padre e figlio titolari del centro, accusati di omicidio colposo.
L’autopsia verrà effettuata venerdì 15 Novembre al Policlinico di Tor Vergata. L’esame autoptico sarà necessario per appurare, oltre alle cause del decesso, anche se i sanitari hanno seguito le procedure e le linee guida per quel tipo di intervento. Le indagini, coordinate dal Pm Erminio Amelio, mirano inoltre a verificare se la struttura era munita delle attrezzature idonee in caso di emergenze e fosse in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge.
Una tragedia evitabile quella che ha portato alla morte della giovanissima Margaret? Quello che un po’ tutti ci chiediamo a primo impatto è quanto possiamo affidarci a delle pubblicità, che appaiono “miracolose”, pubblicate sui social e soprattutto quanto questo meccanismo sia legale.
A delineare le regole che un medico e uno specialista deve seguire è l’articolo 56 del Codice Deontologico: “La pubblicità informativa sanitaria del medico e delle strutture sanitarie pubbliche o private nel perseguire il fine di una scelta libera e consapevole dei servizi professionali, ha per oggetto esclusivamente i titoli professionali e le specializzazioni, l’attività professionale, le caratteristiche del servizio offerto e l’onorario relativo alle prestazioni. La pubblicità informativa sanitaria, con qualunque mezzo diffusa, rispetta nelle forme e nei contenuti i principi propri della professione medica, dovendo sempre essere veritiera, corretta e funzionale all’oggetto dell’informazione, mai equivoca, ingannevole e denigratoria”.
Farsi pubblicità, purchè sia veritiera, non è dunque vietato, ma è importante che il cittadino controlli le informazioni diffuse sui social.
Seconda questione, non per importanza, è quella della sicurezza a tutela del paziente durante un intervento. E’ possibile insomma essere sottoposti ad un intervento in un ambulatorio?
La chirurgia, per l’elevata complessità che la contraddistingue, necessita di elevati livelli di sicurezza. In ambito internazionale viene data sempre più attenzione alle problematiche relative alla sicurezza in sala operatoria. Nel 2010 il Ministero della Salute ha pubblicato e diffuso una checklist sulla base di quella proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, adattata al contesto del nostro Paese. Sulla base delle raccomandazioni l’OMS ha costruito una checklist per la sicurezza in sala operatoria, quale strumento guida per l’esecuzione dei controlli, a supporto delle équipe operatorie, con la finalità di favorire in modo sistematico l’aderenza all’implementazione degli standard di sicurezza raccomandati per prevenire la mortalità e le complicanze post-operatorie.
Prima dell’induzione dell’anestesia è richiesto il coinvolgimento di tutti i componenti dell’équipe per effettuare i controlli necessari al fine di stabilire una condizione di sicurezza. Dopo la conferma dell’ identità del paziente, l’indicazione della sede di intervento, la procedura e consensi firmati, seguono i controlli per l’anestesia con l’ identificazione dei rischi allergie, identificazione rischi difficoltà di gestione delle vie aeree o rischio di aspirazione e identificazione rischio di perdita ematica.
Le indagini degli inquirenti verteranno a verificare non solo la causa della morte ma anche se tali controlli siano stati effettuati la mattina del 4 Novembre su Margaret prima dell’iniezione dell’anestesia locale, e se una struttura non ospedaliera, quale un ambulatorio, possa adeguatamente affrontare situazioni di necessità che metterebbero a rischio la vita del paziente.