Questa sinistra globalista è perfino peggio di Mao, Stalin o Hitler. Il motivo è molto semplice: i succitati tiranni non spacciavano le loro criminali ideologie per “democrazia”, come invece fanno i gendarmi woke nel tentativo di imporre la dittatura del pensiero unico in tutto l’Occidente.
Lo affermo da anni e lo ripeterò all’infinito: questa è la madre di tutte le battaglie e l’unica speranza di sopravvivenza per l’Occidente è la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre.
Il leader americano, che piaccia o meno, è l’unico baluardo in grado di contrastare la dittatura del relativismo preconizzata da Papa Benedetto XVI nell’enciclica di Ratisbona e messa in atto da una vera e propria Armata delle Tenebre che alle nostre latitudini è composta da personaggi come Emmanuel Macron e i suoi fedelissimi come il “democratico” Sandro Gozi, eurodeputato italiano – ma, attenzione, eletto in Francia, dove dal 2019 lavora per Macron dopo essere stato sottosegretario agli Affari Europei dei governi Renzi e Gentiloni – che in un’intervista a Repubblica ha minacciato di «spegnere X» se Musk non si piegherà alle regole del cosiddetto Digital Services Act (Dsa). Un proclama che ha il sapore amaro della censura mascherata da legalità.
Gozi, con spirito autenticamente democratico, ci spiega che in Europa ci sono leggi da rispettare, e che Musk, con la sua arroganza da miliardario non allineato, deve adeguarsi. Ora, chiunque abbia almeno un paio di neuroni funzionanti capisce che qui non si tratta di difendere il rispetto delle leggi, ma di reprimere la libertà d’espressione, soprattutto quando questa mette a nudo le ipocrisie dei poteri forti.
Ma Gozi e i suoi compari di Bruxelles non si fermano qui. Non contenti di minacciare il blocco di X, alzano ulteriormente il tiro: se Musk non dovesse chinare il capo, potrebbero addirittura smantellare la piattaforma nel territorio dell’Unione. Avete letto bene: smantellare. In pratica, cancellare con un colpo di spugna una delle poche voci libere rimaste nel panorama mediatico internazionale.
Dichiarazioni che fanno il paio con la lettera che un altro macroniano di ferro, Thierry Breton, il grande inquisitore europeo al Mercato Interno, pensò bene di recapitare a Musk, per ricordargli che durante l’intervista con Donald Trump – trasmessa in diretta su X il 13 agosto – avrebbe dovuto astenersi dal veicolare fake news e messaggi d’odio.
Ora, ditemi voi se questa non è una censura preventiva bella e buona, degna dei regimi totalitari che Bruxelles dice di combattere. E tutto questo perché? Perché Musk ha avuto il coraggio di spezzare le catene del politicamente corretto e restituire a X la libertà di essere una vera piattaforma di confronto, dove le idee possano circolare senza il filtro delle ideologie imposte dall’alto.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa c’è realmente dietro questa crociata europea contro Musk. È impossibile non pensare ai Twitter Files, quei documenti esplosivi che Musk ha avuto il coraggio di rendere pubblici subito dopo aver acquistato Twitter, mostrando come i Democratici americani – gli stessi che si riempiono la bocca di parole come “libertà” e “democrazia” – abbiano sistematicamente utilizzato i social per manipolare e censurare l’informazione a loro favore. Una realtà sconcertante che i media mainstream, veri e propri portavoce del regime woke, hanno cercato in tutti i modi di sminuire, quando non di ridicolizzare.
Questi file hanno rivelato qualcosa di inquietante: i Democratici chiedono regolarmente alle BigTech di censurare notizie e temi non conformi alla loro narrazione. E non solo: le aziende tecnologiche, piene zeppe di dipendenti che sostengono apertamente il partito democratico, si piegano senza battere ciglio, censurando notizie scomode come la vicenda del laptop di Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente. Una storia che fu messa a tacere a poche settimane dalle elezioni del 2020, influenzando in modo decisivo il risultato a favore di Joe Biden. E questo non lo dico io, lo dice un Premio Pulitzer come Glenn Greenwald, costretto a lasciare il giornale che lui stesso aveva fondato perché osò scrivere la verità.
Ora capite perché l’Europa ha il dente avvelenato con Musk? Perché Musk ha fatto l’impensabile: ha rotto il muro di omertà che circondava Twitter e gli altri social media, ha liberato la piattaforma dalle catene ideologiche che la strangolavano e ha restituito al mondo la libertà di esprimersi senza paura di essere censurati. Questo non va giù ai signori di Bruxelles, perché se X diventa un luogo di confronto libero, dove anche le voci dissenzienti possono esprimersi, l’intera impalcatura del pensiero unico – che loro difendono con le unghie e con i denti – rischia di crollare.
Non è un caso che Gozi e Breton siano così solerti nel minacciare sanzioni contro Musk. Sanno bene che se X continuerà su questa strada, diventerà un faro di libertà d’opinione e metterà in crisi il loro modello di controllo sociale, basato sulla censura e sulla manipolazione. In fondo, quello che Bruxelles teme di più è che i cittadini europei, stanchi delle bugie e delle ipocrisie dei media mainstream, si riversino su X alla ricerca di una verità non filtrata, non manipolata, non addomesticata.
Quello che Musk sta facendo è una vera e propria rivoluzione, perché sta restituendo al Web ciò che gli era stato tolto: la libertà di essere uno spazio di confronto aperto e onesto, dove le persone possano discutere, anche animatamente, ma senza il bavaglio imposto dai censori del pensiero unico. Questa è la vera battaglia che si sta combattendo: non è solo una questione di regole digitali o di conformità alle leggi europee, è una questione di libertà, di democrazia, di diritto di esprimere il proprio pensiero senza temere ritorsioni.
Che piaccia o no a Gozi, a Breton e a tutti i censori di Bruxelles, Musk ha preso una posizione chiara: la libertà di parola non è negoziabile. Se i burocrati europei pensano di poter spegnere X con una legge o con una minaccia, si sbagliano di grosso. La verità è che la gente ha capito il gioco e non è più disposta a farsi imbavagliare.
Quindi, che dire? Forse è arrivato il momento di prendere la famosa pillola rossa di Matrix e vedere fin dove arriva questa tana del bianconiglio. Perché una cosa è certa: se continuiamo a farci prendere per il naso da questi signori, il futuro della libertà e della democrazia in Europa sarà più oscuro di quanto possiamo immaginare e l’Armata delle Tenebre vincerà. Ma per fortuna, c’è ancora chi, come Elon Musk, non ha paura di combattere per la verità.
Mi pare un ottimo motivo per abituarci a utilizzare sempre di più X e, magari, invitare amici e conoscenti che ancora non hanno un account ad aprirne uno, magari spiegando loro che il tempo che trascorriamo online ha molto più valore se lo utilizziamo per informarci correttamente, anziché alienarci guardando passivamente “reel” inutili (eufemismo).
PS: in questi giorni di vacanza sto leggendo Norwegian Wood, romanzo di Haruki Murakami, uno dei miei autori preferiti che, in un dialogo sulla lettura, scrive che «se leggi solo ciò che leggono gli altri, penserai solo ciò che pensano gli altri»: se vogliamo conservare per noi ed i nostri figli il diritto a essere DAVVERO liberi occorre cominciare dalle fondamenta: noi stessi.