Occorre pure fare qualcosa per le Forze dell’Ordine

Il centrodestra trainato da Fratelli d’Italia è stato votato dalla maggioranza degli italiani anche, fra tante altre cose, per dare risposte ad una gigantesca domanda di sicurezza posta in tutta la Nazione, dai centri metropolitani alle città medio-piccole. Gruppi di immigrati irregolari, sbandati vari, teppisti e delinquenti comuni, anche italiani per carità, hanno reso invivibili da tempo diversi quartieri urbani nei quali si sono insediate sacche di cronica illegalità e di impunità e dove la certezza della pena è venuta meno. I governi più recenti che hanno preceduto l’esecutivo attuale, quelli giallorossi e le maggioranze “tecniche”, non solo non si sono mai preoccupati di dare un riscontro al grido di allarme dei cittadini, ma hanno addirittura incentivato con consapevolezza la politica delle porte e dei porti aperti alla immigrazione clandestina, devastante per la tenuta della sicurezza interna e dell’ordine sociale.

Il Governo Meloni costituisce un fattore di discontinuità rispetto al lassismo irresponsabile imperante in Italia sino a poco più di due anni fa, e cerca di riportare la legalità laddove è stata più volte calpestata con un disegno di legge mirato, il ddl sicurezza appunto, oltre ad avere cambiato metodo nella lotta alla immigrazione irregolare, determinando ottimi risultati come ha avuto modo di certificare l’Agenzia europea Frontex in merito al calo significativo degli sbarchi di migranti presso le coste italiane. Questo ddl si è reso inoltre necessario per fronteggiare, oltre alla criminalità comune, i sempre più agguerriti e attivi gruppi di facinorosi, composti da giovani e meno giovani riconducibili tutti al variegato mondo dell’estremismo di sinistra, che trasformano in guerriglia urbana, con danneggiamenti al patrimonio pubblico e privato e gravi aggressioni scagliate contro le Forze dell’Ordine, ogni manifestazione di piazza.

Che si parli di Palestina, delle politiche del Governo Meloni o di Ramy, il giovane egiziano morto in scooter durante la fuga dai Carabinieri, poco conta e ogni argomento di discussione pubblica diventa un pretesto buono per menare le mani. Ogni iniziativa del Governo non subisce, come sarebbe giusto e legittimo, un’analisi critica e però realistica da parte delle opposizioni, bensì riceve soltanto dei “niet” ideologici e aprioristici, accompagnati da balle mostruose, dalle sinistre parlamentari e piazzaiole. Per fortuna, la maggioranza degli italiani, che chiede più sicurezza e rispetto per le Forze dell’Ordine, condivide il senso dello Stato e della legge che ispira l’azione di questo esecutivo, e non i deliri del mondo, rosso, al rovescio. In ogni caso, alcuni compagni di tutte le età e di tutti i partiti, piccoli e un po’ più grandi, della sinistra italiana, si sono sentiti in dovere di scendere in piazza contro il ddl sicurezza e di fare l’unica cosa della quale sono capaci, ovvero, mentire in maniera spudorata. Per loro, il disegno di legge in questione sarebbe nientemeno che il “ddl paura”, scritto per vietare in Italia addirittura il libero pensiero e il diritto a manifestare pacificamente.

Altresì, è stata fatta circolare la voce, fasulla s’intende, secondo la quale il Governo avrebbe infilato nel ddl sicurezza fantomatici scudi penali e particolari impunità per gli agenti delle Forze dell’Ordine. In estrema sintesi, stiano tranquilli e sereni tutti i militanti dell’ANPI, (i partigiani, ammesso che siano ancora vivi, sono diventati dei tuttologi e la loro Associazione è presente ormai in qualsiasi raduno), della CGIL e dei vari partiti di sinistra. In Italia si potrà continuare a sventolare in libertà le bandiere palestinesi e quelle rosse con falce e martello, ma chi vuole portare le proprie ragioni in piazza deve sapere che se danneggia qualcosa che non è suo, aggredisce fisicamente Carabinieri e Polizia di Stato, magari perché manifesta pure senza uno straccio di autorizzazione, e blocca le vie di comunicazione, generando rischi drammatici per ambulanze ed altri mezzi di soccorso, commette un reato. Questa è l’essenza del ddl sicurezza dal quale, fra l’altro, non emerge affatto il poliziotto o il carabiniere al di sopra della legge, come hanno provato a raccontare i menzogneri cronici di sinistra. Vi sono tutele minime, altre garanzie giungeranno attraverso una formula diversa dal corrente ddl, come la copertura delle spese legali fino a 10mila euro per gli atti compiuti in servizio, l’utilizzo della bodycam, già diffusa in parecchi Paesi del mondo, l’introduzione del reato di lesioni personali ad un ufficiale o agente di Polizia nell’adempimento delle proprie funzioni.

Il Governo Meloni sta facendo e farà ancora per le Forze dell’Ordine perché, senza scomodare improbabili scudi penali e polizie “cilene”, qualcosa occorre fare per questi servitori dello Stato in uniforme che rischiano tutto, vita compresa ovviamente, e ci permettono di vivere sicuri a fronte di stipendi che non arricchiscono di certo. In una democrazia liberale non è ammissibile che un agente di Polizia o un carabiniere rischino di avere, durante lo svolgimento del  servizio, più problemi giudiziari dei delinquenti e di coloro i quali affermano le loro posizioni politiche con mazze e bottiglie molotov.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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