Ieri, la moglie del Premier ucraino, Olena Zelenska, è stata intervistata al TG2 Post su Rai 2, per parlare del dramma inerente le deportazioni subite dai pargoli ucraini, dall’inizio dell’invasione russa nella terra del grano.
La moglie del Presidente Zelensky ha dichiarato che i bambini indebitamente sottratti alle famiglie ucraine sarebbero più di 19.000: secondo quanto attestato da Zelenska, il piano dei russi sarebbe quello di sradicare le radici identitarie ucraine dei piccoli, per forgiare nuovi soldati da mandare al fronte nel caso in cui ce ne sia bisogno.
Tra gli altri passaggi architettati dal Cremlino, secondo la lady ucraina, c’è il cambio del nome, ad esempio da “Mikita” a “Nikita”: proprio per simboleggiare un’espropriazione diretta della cultura ucraina, cancellando l’orgoglio nazionale, familiare e personale dell’individuo, che nel momento della tenera età subirebbe un “lavaggio del cervello” piuttosto arduo e verosimilmente scioccante.
Olena Zelenska ha inoltre dichiarato che ai bambini viene inculcata la convinzione secondo cui l’Ucraina non avrebbe più bisogno di loro e che non siano benvoluti, utilizzando un metodo di indottrinamento propagandistico degno di un regime totalitarista.
Durante l’intervista la moglie di Volodymyr Zelensky ha affermato che, sebbene il numero dei fanciulli deportati sia decisamente superiore , Mosca avrebbe asserito che in realtà sarebbero molti di più: insomma, il Cremlino, noncurante delle proprie azioni ammette anche le proprie responsabilità senza battere ciglio, dimostrando che quanto viene detto sui trasferimenti forzati è più che vero.
Il Governo russo, ormai abituato alle critiche dei media occidentali, sembra essere indifferente e piuttosto disinteressata dunque alla salute dei piccoli cittadini ucraini: fattualmente, l’idea che gli ultimi possano essere utilizzati in futuro come vera e propria carne da macello su un fronte, per espugnare quella che una volta fu casa loro, è a dir poco raccapricciante e denota la spregiudicatezza dell’oligarchia russa nel raggiungimento dell’obiettivo espansionista.
Zelenska ringrazia l’Italia dell’aiuto fornito all’Ucraina per il ritorno dei piccoli confinati
Olena Zelenska ha poi ringraziato l’Italia per il suo interesse nella “Coalizione per il ritorno dei bambini”, affermando che sia necessaria l’apertura di consolati in territorio russo per aiutare la popolazione ucraina dislocata, visto e considerato che attualmente queste persone non sanno a chi rivolgersi.
Certamente l’obiettivo russo è quello di trattenerli nel proprio territorio, come fossero un ostaggio oppure un “bottino di guerra”, forse anche per dimostrare la propria forza ed agibilità , con lo scopo di sminuire l’Ucraina e demolirne il morale.
Tuttavia, nonostante i soprusi perorati dall’esercito russo, gli Ucraini sembrano tenere duro, serrando i ranghi e continuando a lavorare come già asserito da Zelenska durante il suo intervento alla televisione italiana.
La tattica russa per la “Delocalizzazione umana” tende a demonizzare il “nemico”
Nel corso della storia, il Cremlino si è distinto per essere la base operativa centrale dell’URSS, ma anche per isuoi bruschi metodi per la repressione del dissenso, tanto che lo stesso Partito Comunista assoldò personalità sanguinarie come Nikolaj Ezov, per portare a termine le immonde purghe nei confronti dei dissidenti e dei ribelli che nulla avevano a che vedere con il regime comunista.
I tempi corrono ma alcuni retaggi rimangono scalfiti nella memoria di chi immagina una memoria positiva di un ben preciso periodo storico: a partire dalle repressioni delle manifestazioni contro le scelte politiche e militari di Putin, passando per gli avvelenamenti ed i “misteriosi suicidi” delle personalità sgradevoli per l’attuale esecutivo, fino ad arrivare alla decostruzione dell’individuo e della conseguente “rieducazione” per scopi bellici o di altra natura.
Il Governo moscovita sta iniziando a giocare tutte le carte del proprio mazzo per arrivare all’obiettivo finale di conquista, che all’inizio sembrava scontato e semplice da raggiungere: nonostante tutto, la volontà di restare indipendente da parte degli Ucraini ed il supporto del “Grande Ovest”, si sono rivelati una spina nel fianco per i piani del Presidente Putin e del suo entourage.