Il fenomeno dell’immigrazione clandestina, da anni ormai, rappresenta una delle cause, anche se non la maggiore, di quel mix crescente di tensioni sociali che attanaglia la Penisola, problematica connatura a due episodi: quello, naturale, di migrazione dei popoli – che avviene più o meno da quando esiste l’umanità – e quello, meno naturale, cieco e propagandistico, del buonismo a tutti i costi della sinistra.
Perchè se è vero che, da una parte, ergersi a cultori del “mito della razza” in un’epoca nella quale il meltin’ pot è una realtà innegabile sortisce un effetto nostalgico fine a se stesso, è anche vero che, dall’altra parte, ritenere che debba esistere un mondo senza confini, senza Stati nazionali, senza alcuna barriera, senza storia è – volendo essere buoni – il sogno distopico di un pirla.
In tutto questo potpourri di nostalgia e di progressismo spinto, c’è una fascia di persone, dotate di buonsenso e corretta capacità di osservazione della realtà, che si pongono una domanda, tra le tante: “Ma sarà mai possibile regolarla, questa benedetta migrazione?”. E la risposta sarebbe si, come avviene – senza nemmeno clamore – in quei Paesi che hanno ancora una briciola di amor proprio. Che, poi, sono la maggior parte.
E sempre queste persone, sempre dotate di buonsenso, si chiedono: “Non è che la presenza delle ONG, nel Mediterraneo, possa favorire le partenze dei barconi dalle coste libiche?”. E’ qui che l’ideologia spadroneggia: i sinistrorsi vi diranno che “se non fosse per loro, i migranti morirebbero in mare”; i destrorsi vi diranno che “se non fosse per loro, i barconi non partirebbero dalla Libia”.
Uno studio della tedesca Gasim (Centro Analisi Strategiche Immigrazione Illegale – Ministero Interno tedesco), quindi super partes riguardo le vicende di casa nostra, afferma, laconico, che la presenza di un così fitto fenomeno migratorio è dettato “…dalle capacità delle reti di contrabbando e dai soccorsi marittimi statali e privati”.
Ad onor di verità, nello studio viene citato anche come “gran parte dell’immigrazione irregolare è dovuta agli sbarchi fantasma, approdi autonomi…”, il quale studio però specifica come “…quando vi è presenza delle navi ONG, si rilevano partenze concordate…tramite anche geolocalizzazione da parte dei trafficanti della posizione delle navi ONG…per procedere poi a contatti tramite telefoni satellitari…”.
Che lo si veda ideologicamente o meno, quindi, la realtà è semplice: la presenza delle ONG nel Mediterraneo funge da fattore determinante in virtù di una doppia motivazione. Da un lato, con la sola presenza fungono da incentivo alla partenza di barconi dalla Libia; dall’altro, la presenza in mare fa si che possano essere contattate direttamente dai trafficanti per il trasbordo dei migranti irregolari.
Sarebbe, forse, il caso di analizzare questi dati in modo scevro dall’ideologia.
Caso mai, putacaso, si volesse provare a porre rimedio al problema.