Open Arms, assolto Matteo Salvini: “Il fatto non sussiste”

Il tribunale di Palermo ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio al processo per la vicenda della nave della ong spagnola Open Arms. Secondo l’accusa, il vicepremier e ministro dei Trasporti, ad agosto del 2019, quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno, avrebbe impedito illegittimamente all’equipaggio dell’imbarcazione catalana di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare.

La lettura del dispositivo è stata accolta dall’applauso dei politici e dei simpatizzanti venuti a esprimere solidarietà a Salvini. Il ministro ha a lungo abbracciato la fidanzata Francesca Verdini, presente in aula. Per Salvini la Procura aveva chiesto la condanna a sei anni di carcere mentre le parti civili avevano chiesto la condanna a un milione di euro a titolo di risarcimento del danno

Il leader della Lega Matteo Salvini è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. La II sezione penale del tribunale di Palermo, presieduta da Roberto Murgia, ha assolto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture nel processo Open Arms “perché il fatto non sussiste”. Cadono così le accuse di sequestro di persona rifiuto di atti d’ufficio per la vicenda della nave della ong spagnola Open Arms.

Secondo l’accusa, l’allora ministro degli Interni nell’agosto del 2019, quando guidava il Viminale nel governo Conte 1, avrebbe impedito illegittimamente all’equipaggio dell’imbarcazione catalana di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare. I pm avevano chiesto una condanna a 6 anni di reclusione. In aula al momento della sentenza, oltre alla procuratrice aggiunta Marzia Sabella e ai sostituti Giorgia Righi e Calogero Ferrara, anche il procuratore della Repubblica, Maurizio de Lucia.

Salvini era in aula, insieme alla compagna Francesca Verdini che lo ha stretto in un lungo abbraccio, e a numerosi dirigenti della Lega. Alla pronuncia della sentenza è scoppiato un applauso e in contemporanea anche nell’aula di Montecitorio, a Roma, i deputati del centrodestra hanno tributato un applauso per il ministro. 

Quella di Palermo era la seconda inchiesta per il trattenimento di migranti a bordo di navi. Due inchieste, due proscioglimenti per Matteo Salvini,  assolto dal Tribunale di Palermo nel processo Open Arms. Una sentenza di non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, era stata emessa il 14 maggio del 2021 nell’aula bunker del carcere di Bicocca nei confronti dell’allora ministro dell’Interno imputato per sequestro di persona per i tempi di sbarco nel luglio del 2019 di 131 migranti dalla nave Gregoretti, della Guardia costiera italiana, nel porto di Augusta, nel Siracusano. Per il gup Nunzio Sarpietro, che condivise la tesi della Procura e della difesa, non c’era stato alcun sequestro di persona, né abuso. In aula il Pm Andrea Bonomo aveva ribadito che l’allora ministro dell’Interno “non aveva violato alcuna convenzione nazionale e internazionale”, le sue scelte erano state “condivise dal governo” e la sua posizione “non integrava gli estremi del reato di sequestro di persona”. Una ricostruzione contestata dalle parti civili: AccoglieRete, Legambiente, Arci e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti che avevano auspicato un ricorso in Cassazione della Procura generale di Catania, che non è stato poi presentato facendo diventare esecutiva la sentenza di non luogo a procedere.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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