“L’ultima piroetta di Giorgia Meloni. Ora torna trumpiana”: così titola un articolo di ieri mattina pubblicato dal Domani circa una presunta ambiguità della premier sulle sue posizioni su Donald Trump. Si legge di una Meloni “che vuol giocare con l’ambiguità” trattando dell’avvicinamento della premier a Ursula von der Leyen e a Joe Biden negli ultimi mesi. Tra una farneticazione e l’altra, fatte tutte di “potrebbe” e di previsioni future basate su labili motivazioni, il Domani racchiude l’intera posizione di Giorgia Meloni, storicamente dal lato dei conservatori e dei repubblicani americani, all’interno di una fantomatica strategia politica: quella di voler ingraziarsi i leader globalisti ma strizzando comunque l’occhio alle destre che potrebbero arrivare (nel caso di Trump, tornare) a guidare i rispettivi Paesi.
Le tesi del Domani
Il Domani parte col riferirsi al discorso che Giorgia Meloni, da premier in pectore, pronunciò al Cpac, la convention mondiale dei conservatori organizzata nel 2022 dai conservatori americani: “Dopo anni di sovranismo duro e puro, la leader di Fratelli d’Italia aveva scelto sì di presenziare al Cpac, ma con un discorso più moderato, omettendo Trump, dosando l’euroscetticismo, schierandosi a sostegno dell’Ucraina”. La tesi che la sinistra progressista vorrebbe portare avanti, e di cui il Domani si fa in questo caso promotore, è quella su una presunta ipocrisia del Presidente del Consiglio, sostenendo che la premier è stata costretta a moderare le proprie posizioni in virtù del ruolo che ricopriva. Ma partendo dal fatto che le dichiarazioni fatte da leader politico sono sempre, nei toni, giocoforza più accese rispetto a quelle rilasciate da rappresentante dello Stato, in realtà le posizioni della Meloni non sono mai cambiate: il sostegno all’Ucraina non è mai stato messo in dubbio, la vicinanza di Fratelli d’Italia al mondo dei repubblicani americani neppure. E se per euroscetticismo non si intende una etichetta affibbiata a fini, politicamente parlando, denigratori, ma si intende il voler sostenere una nuova idea di Unione europea, non più gigante burocratico ma insieme di Stati nazionali, allora ben venga l’euroscetticismo verso banchieri e burocrati di Bruxelles.
È ciò che fa un leader politico
Secondo il Domani, il paradigma seguito dalla Meloni sarebbe cambiato all’indomani delle elezioni europee, con la riconferma del no di Fratelli d’Italia alla rinnovata maggioranza Ursula. Una scelta di coerenza. Come coerenza è pure continuare ad affermarsi apertamente pro-Trump, anche nelle ultimissime dichiarazioni rilasciate alla stampa. A Chi, la premier ha detto: “Tutti sanno che sono presidente dei Conservatori europei, e che tra i partiti esteri all’Europa che aderiscono ai conservatori ci sono anche i repubblicani americani, quindi le mie preferenze sono note”. Dichiarazione riportata anche dallo stesso Domani, parlando però di ambiguità. Tuttavia, tale posizione era già stata espressa chiaramente da Giorgia Meloni in un’altra intervista, nel punto stampa con i giornalisti al termine dell’ultimo vertice Nato tenutosi a Washington. Quello, per intenderci, in cui il buon vecchio Biden ha confuso Putin con Zelensky, in una delle sue ultime ma più pesanti gaffe. “Le mie idee politiche, lei [il suo interlocutore, ndr] le conosce bene: io sono presidente dei Conservatori europei e tra questi è iscritto anche il partito repubblicano tra i partiti global, esterni all’Unione europea”. Dunque, se la Meloni ha dialogato con Biden e con Ursula von der Leyen, è perché semplicemente è quello che fa un capo di governo: dialoga con tutti, con i vertici di Paesi alleati, anche se di schieramento politico opposto, al fine di difendere gli interessi nazionali. E se forse Giorgia Meloni, fin qui, non ha dimostrato grandissimo clamore verso la corsa alla Casa Bianca, i il perché è presto detto: “Io sono stata una vittima delle ingerenze straniere nei miei affari interni, quindi non sono un leader politico che fa ingerenza straniera negli affari interni”. Ma, ha chiarito concludendo, “chiunque dovesse essere domani il Presidente, noi continueremo a lavorare bene con gli Stati Uniti”.