Suscita preoccupazione la situazione di forte incertezza nella quale si troverebbero tantissimi bambini ucraini orfani che, prima del conflitto erano affidati a istituzioni assimilabili ad orfanotrofi o case famiglia.
Per sottrarre questi bambini dagli orrori della guerra, i direttori di questi orfanotrofi, che secondo la normativa ucraina sarebbero i tutori legali dei minori loro affidati, li hanno in molti casi portati con sé in altri Paesi europei, inclusa l’Italia, in attesa della cessazione delle ostilità e in attesa di poter tornare a vivere in sicurezza in Ucraina. Sembrerebbe però che diverse procure presso i Tribunali per i minorenni del nostro Paese tendano a non riconoscere lo status di tutore legale dei loro accompagnatori, considerando i bambini orfani arrivati in Italia con i loro tutori (e dunque, i direttori dell’orfanotrofio o genitori della casa famiglia in cui vivevano in Ucraina) come “minori non accompagnati” per poi affidarli a un tutore volontario, spesso un legale, e quindi aprendo di fatto la strada per l’affidamento e l’adozione degli orfani in Italia.
Con una interrogazione ai Ministri della Giustizia e dell’Interno pertanto l’On. Giovanbattista Fazzolari (Fdi) solleva la preoccupazione per l’indeterminatezza che si trovano a vivere i bambini orfani ucraini che si trovano in Italia, in fuga dalla guerra e chiede che il sistema di accoglienza italiano dei minori orfani ucraini consideri gli stessi alla stregua dei minori non accompagnati e che si tenga conto delle diversificazioni del caso in modo da favorire una gestione umanitaria idonea a tutelare pienamente i diritti fondamentali degli sfortunati bambini che si trovano in condizioni già drammatiche.
Questi bambini infatti invece di trovare qui in Italia un temporaneo rifugio in attesa di poter tornare, finito il conflitto, nel loro Paese, rimangono intrappolati in un’attesa interminabile ed in un labirinto emotivo oltre che burocratico, dal momento che tale situazione comporta notevoli complicazioni sia sul piano della tutela della sfera affettiva dei minori sia in termini giuridici: anzitutto, il drastico distacco dei bambini, già drammaticamente coinvolti in un’angosciosa dinamica di esodo e fuga da uno scenario di distruzione dagli unici punti di riferimento stabili, i loro tutori legali, con i quali hanno spesso affrontato lunghi viaggi e scenari bellici, inoltre, e soprattutto, tale procedura determinerebbe il rischio di vedersi persino preclusa, in caso di adozione in Italia, la possibilità di rientrare in Ucraina al termine delle ostilità.
C’è inoltre un altro aspetto da considerare ed è quello che proprio in ragione di tali procedure scaturite dal sistema di accoglienza italiano, sembrerebbe emersa una sorta di reticenza, sfiducia, timore o remora da parte delle strutture ucraine affidatarie (orfanotrofi e case famiglia) verso il sistema italiano di accoglienza e protezione degli orfani che fuggono dalla guerra, di fatto determinando una rilevante crepa nel nostro sistema di accoglienza in una fase così tragica e delicata per l’Ucraina.
Proprio tale situazione avrebbe spinto il Ministro della giustizia ucraino a scrivere una lettera urgente al Ministro della giustizia italiano per chiedere il rispetto della convenzione de l’Aja evitando la separazione dei bambini affidati alla legge ucraina, magari già da molti anni. Occorre pertanto che siano date indicazioni chiare ed univoche ai tribunali per i minorenni, chiarendo che questi minori non siano trattati alla stregua dei minori non accompagnati, con tutte le conseguenze giuridiche che tale determinazione comporta.
L’on. Fazzolari, nella sua interrogazione del 4 agosto scorso chiede pertanto di sapere se i Ministri in indirizzo abbiano verificato o non intendano verificare con urgenza i fatti e le circostanze illustrati e quali misure urgenti intendano adottare al fine di assicurare che il sistema di accoglienza italiano dei minori orfani ucraini arrivati in Italia accompagnati dai rispettivi tutori legali non siano considerati alla stregua dei minori non accompagnati e che si tenga conto delle diversificazioni del caso in modo da favorire una gestione umanitaria idonea a tutelare pienamente i diritti fondamentali degli sfortunati bambini che si trovano in condizioni già drammatiche.
Chi viene in Italia dalla guerra ha bisogno di trovare pace, soprattutto i bambini!