Premierato ad Atreju, la riforma anti-inciucio che può cambiare l’Italia

“Premierato: fine dei giochi. Di palazzo” è il nome, volutamente provocatorio, del panel sulla questione della riforma costituzionale sulla quale Fratelli d’Italia si batte da tempo. Un panel, quello di stasera ad Atreju, che risponde alle titubanze e alle critiche delle opposizioni in riferimento alla riforma stessa, secondo le quali il ruolo del Presidente della Repubblica sarebbe in qualche modo indebolito e svilito della sua componente “a fisarmonica” che lo contraddistingue.

Il ministro Casellati ha dichiarato in merito che il testo su cui si lavora è già frutto della mediazione con le opposizioni, in quanto ci si è già spostati verso il premierato, lasciando andare l’ipotesi di una elezione diretta del Presidente della Repubblica, presente invece nel programma elettorale della maggioranza. “Se avessimo voluto fare una riforma di maggioranza – dice Casellati – non ci saremmo spostati verso il premierato”.

L’obiettivo del governo è lampante: evitare gli inciuci di palazzo, combattere le maggioranze che nascono all’indomani delle elezioni, motivo, questo, che avrebbe portato alla crescita fuori controllo dell’astensionismo. Duro il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha ribadito che l’intervento delle opposizioni ha peggiorato la riforma, dichiarando che, in qualunque modo, le opposizioni saranno sempre da ostacolo e si rischierà, così, di arrivare a una “riforma a colpi di minoranza”. Ma anche La Russa è chiaro su questo: serve ridare stabilità e credibilità alle istituzioni, permettendo di governo a chi vince le elezioni.

I pericoli, paventati sul palco da Luciano Violante, Presidente della Fondazione Leonardo, di una possibile crisi, sull’esempio degli Stati Uniti e della Francia, non possono essere modelli di riferimento, perché soltanto dopo anni di stabilità questi Stati stanno attraversando momenti difficili, per affrontare i quali però i rispettivi Presidenti hanno i giusti poteri.

E sul pericolo di una trasformazione del Presidente della Repubblica, Casellati ha precisato che è un problema che non si pone perché, tramite la diversa legittimazione di Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio, il ruolo di garanzia del primo non solo resterà inviolato, restando intoccati gli articoli della Costituzione sul tema, ma ne uscirà addirittura rafforzato. Emergono infine importanti messaggi per le opposizioni: “L’ascolto permane – dice Casellati – ma essere aperti non significa dire sempre sì a ciò che viene dall’altra parte”.

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