“Bene ha fatto il governo Meloni a tracciare nella Nadef un percorso per ottenere, fino al 2026, almeno 20 miliardi (l’1% del Pil) dalla razionalizzazione dei beni dello Stato. Lo Stato potrà in questo modo aumentare o diminuire la propria partecipazione seguendo una strategia di politica industriale, sempre nell’interesse dell’intera nazione. Sono, come sempre, fortemente strumentali le critiche dell’opposizione e ancora di più lo sono su questo tema. La dismissione dei “gioielli” di famiglia, che si contesta a questo governo, infatti, è stata appannaggio della sinistra. Basti pensare alle privatizzazioni realizzate negli anni ’90 da Romano Prodi, Giuliano Amato e Massimo D’Alema. A differenza di quanto avvenuto spesso in passato, la cessione di quote di aziende pubbliche prevista nella Nadef, non mette assolutamente in dubbio il controllo pubblico delle imprese strategiche. Questo resta un punto su cui governo e Fratelli d’Italia, in particolare, restano irremovibili”.
Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio.