Prove di censura ai danni di Azione Universitaria: l’estrema sinistra vorrebbe tornare agli Anni di Piombo

Da Trento alla Sapienza, troppi i casi in cui gli studenti di destra vengono imbavagliati. Ma gli antagonisti restano soltanto una minoranza rumorosa

I ragazzi di Azione Universitaria sono stati ancora una volta bersaglio dell’odio degli estremisti di sinistra, dopo il vergognoso episodio (non l’unico) di fine 2022, quando alla Sapienza fu impedito di intervenire a un convegno organizzato proprio dai membri della destra universitaria a Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale, e a Daniele Capezzone, giornalista e direttore di Libero. Se è vero che la storia si ripete, ecco che l’estrema sinistra ha tentato di imbavagliare di nuovo i giovani di Azione Universitaria, con episodi diffusi un po’ su tutto il territorio nazionale. Nel mentre, gli estremisti si sono fatti riconoscere scendendo in piazza, occupando atenei, bruciando fantocci raffiguranti ministri e premier, arrivando talvolta allo scontro con la polizia. Insomma, sono i soliti noti, quelli per i quali la libertà di parola è sacra solo se a parlare è la sinistra, altrimenti tale garanzia costituzionale, assieme a tante altre, diventa cartastraccia. La ragione di fondo è sempre la stessa: lo spauracchio fascista, il presunto ritorno al totalitarismo. Bollare l’avversario come nemico. L’unico ritorno che si scorge, se i toni non si calmeranno di qui ai prossimi mesi, è quello agli anni ’70, all’odio politico che portò a troppe morti di giovani militanti, di destra e di sinistra.

Il clima, dunque, è quello degli Anni di Piombo, quando era difficile dire la propria liberamente. Si inizia a Trento, in via Verdi, davanti alla facoltà di Sociologia, a metà novembre. Alcuni studenti di Azione Universitaria stavano per entrare all’interno dell’ateneo per un banchetto di distribuzione di volantini: erano stati regolarmente autorizzati e tutto si svolgeva in vista delle elezioni studentesche di qualche giorno dopo. Altri studenti ai quali, evidentemente, la democrazia e la par condicio danno fastidio, hanno ostacolato i ragazzi di Azione Universitaria, frapponendosi fisicamente alla realizzazione del banchetto. I volantini vengono strappati e gettati, a terra e nelle pattumiere. Qualche spintone e alcuni insulti verbali. Ovviamente gli antagonisti hanno preferito non identificarsi.

La situazione è stata molto più incandescente alla Sapienza, all’esterno della città universitaria, dove lo scontro (anche e soprattutto fisico) è stato quantitativamente più corposo: decine di studenti di Azione Universitaria, in vista delle elezioni studentesche, sono stati attaccati da alcuni gruppi di antagonisti. Qui la protesta è stata più organizzata ed si è spalmata in due giorni: prima all’esterno della facoltà di Giurisprudenza, dopo nei pressi della facoltà di Economia. Il risultato è stato lo stesso: ai giovani di Azione Universitaria è stato impedito di fare campagna elettorale, facendo piombare uno degli atenei più all’avanguardia al mondo, ai tempi dell’odio politico. A causa di chi vorrebbe ancora tinteggiare i muri delle università di un rosso ideologico. Gli slogan sono i soliti: “Fuori i fascisti dall’università” gridano alcuni, mentre altri utilizzano dei motti di tempi ormai passati. “Schizzi, schizzi, schizzi di materia cerebrale: ogni fascista morto e appeso all’ospedale”; o ancora: “Camerata, basco nero, il tuo posto è al cimitero”. Il tutto, mentre anche le stesse università hanno al loro interno delle aule dedicate alle vittime del terrorismo rosso, come Aldo Moro. Uno sfregio, insomma, anche alle vittime, più o meno illustri, di quegli anni. L’odio rosso, a quanto pare, non si è fermato e si è palesato, nelle scorse settimane, anche con lanci di bottiglie verso gli studenti di AU, costretti a essere scortati e a proteggersi con i loro stessi zaini. Anche un vigilante è rimasto ferito negli scontri. Poche ore dopo le violenze, anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ribadito che non è più tempo di simili violenze: a Verona, la seconda carica dello Stato si è fatto ritrarre al fianco dei ragazzi di Azione Universitaria, «in difesa della libertà di associazione e di espressione contro ogni violenza. L’università – ha scritto sui social – è di tutti». In ogni caso, gli antagonisti nelle università restano ampiamente in minoranza: Azione Universitaria trionfa in tanti atenei, la destra si conferma in ascesa anche nel mondo giovanile e studentesco. L’estrema sinistra è rumorosa, ma nulla più.

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