“Reading party”, ovvero leggere un libro da soli ma in compagnia

Gli italiani, secondo i dati di ricerche e statistiche, leggono poco. I numeri, infatti, ci dicono che i lettori nel nostro Paese sono circa il 40% e tra essi, verosimilmente, figurano in percentuale ridotta soprattutto i giovani, che purtroppo sono presi, invece che da un buon libro, soprattutto dalla connessione alle reti social.

Una soluzione per invertire questa tendenza, che peraltro riguarda anche gli adulti che, per lavoro e non solo, non riescono a staccarsi dal cellulare e a dedicare più tempo alla lettura, potrebbe essere quella dei Reading party, una recente moda nata nella Grande Mela che sta rapidamente diffondendosi in tutto il mondo. L’idea è quella di incontrarsi e leggere, ognuno per conto suo, il proprio libro ed è venuta a quattro ventenni newyorkesi amanti dei libri che hanno dato vita al Reading Rhytms, gruppo oggi seguitissimo (ha infatti oltre 22 mila followers su Instagram), che organizza “feste della lettura”.

Si tratta di eventi che non hanno nulla a che vedere con appuntamenti, pure rilevanti, come presentazioni con letture pubbliche o club del libro, che prevedono di solito regole ben precise (titoli proposti, tempi di lettura, regolarità degli incontri e altro) che non tutti sentono di poter rispettare. Il Reading party infatti, come accennato, consiste nel recarsi in un posto (pub, locale, parco, libreria, ristorante, galleria d’arte, ecc.) con un libro a scelta del partecipante, trovare un posto a sedere, accomodarsi e, tra luci soffuse e musica di sottofondo, leggere per conto proprio, in silenzio. Magari sorseggiando un tè, una birra o una qualunque altra bevanda e con il cellulare rigorosamente in borsa (spento o al massimo in modalità silenziosa). Poi, dopo un tempo definito (di solito un’ora circa), si interrompe la lettura e se si vuole si parla con gli altri lettori presenti, discutendo su quello che si è letto e scambiandosi opinioni e consigli.

Questo tipo di appuntamenti appare molto interessante perché rappresenta un’occasione per dare (o ridare) vita, per chi la ha, ad una passione, quella della lettura, che la frenesia della vita contemporanea tende purtroppo a relegare nel sempre più scarso tempo in cui ci si può staccare da doveri ed impegni. Senza contare il fatto che offre la possibilità di conoscere nuove persone con la stessa passione di chi aderisce e permette quantomeno di ridurre l’isolamento sociale che, soprattutto nelle grandi città, tende a dilagare con sempre maggiore forza.

Se è vero che in Italia la gente è assai spesso fin troppo pronta ad imitare qualunque abitudine provenga da oltre confine senza un minimo di spirito critico, valutandola come ottima solo perché estera, sarebbe un’ottima cosa, per tutti, che una moda come quella dei Reading Party prendesse piede e si diffondesse. Anche per dare una mano alle piccole librerie indipendenti e alle case editrici che si sforzano, con non poca fatica, a produrre libri di qualità. E magari per invertire la tendenza statistica cui abbiamo fatto riferimento all’inizio di questo articolo.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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