La premessa è d’obbligo e rappresenta il filo conduttore su cui intende muoversi Fratelli d’Italia per l’anno che è appena iniziato. “Il centrodestra non si dividerà sulle candidature. In Veneto non ragioniamo con il manuale Cencelli e sceglieremo la persona migliore per la coalizione. E’ evidente però che nelle Regioni c’è uno squilibrio che penalizza Fratelli d’Italia”. E’ quanto afferma, intervistato da La Stampa, Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione del partito. Q Quanto al viaggio di Giorgia Meloni da Donald Trump, il premier, osserva, “ha ridato all’Italia una credibilità internazionale importante.
Meloni aveva un ottimo rapporto con Biden, adesso ce l’ha con Trump, L’Italia è una grande nazione e finalmente c’è un governo che ne è consapevole”. Il presidente del consiglio, precisa, “vuole difendere sempre l’interessi nazionali. L’Europa deve certamente riuscire a rafforzarsi come entità politica. Noi non vogliamo potenziare il legame tra America e Italia a discapito dell’Europa, ma se ci dovessero essere difficoltà, il buon rapporto di Meloni con Trump può essere utile a tutta l’Unione Europea”.
Tornando alle questioni interne alla maggioranza in vista delle regionali e a una presunta irritazione della Lega per una intervista in cui il ministro Luca Ciriani ha detto che il prossimo governatore in Veneto spetterà a FdI, Donzelli ribadisce che “il centrodestra è compatto”, “se la sinistra spera nelle divisioni sulle candidature, resterà a bocca asciutta”.
“Non siamo noi di Fratelli d’Italia a chiedere il manuale Cencelli nelle candidature, e non lo faranno nemmeno gli alleati – spiega – da questo punto di vista è evidente l’attuale squilibrio nei confronti di Fratelli d’Italia, ma non ragioniamo così, ripeto, sceglieremo il miglior candidato. Le divisioni forse arriveranno nel campo del centrosinistra, visto che è una delle loro ultime candidature non è stata capace di presentare i documenti necessari in Sardegna”.
Riferendosi al caso Todde, Donzelli sottolinea che “le elezioni le vogliamo vincere con il consenso e i programmi. Chi non è capace di presentare i documenti della propria campagna elettorale difficilmente può governare una Regione, c’è un tema di credibilità della classe dirigente. Voglio sperare che coloro che si professano i campioni della moralità e della trasparenza non vogliono forzare le norme democratiche per salvare la poltrona”.
Le riforme prioritarie della maggioranza restano premierato e giustizia, “e anche fisco e autonomia. Abbiamo un orizzonte ampio, anche se un domani non dovessimo rivincere le elezioni vorremmo che l’Italia avesse la stessa stabilità di oggi grazie al premierato”.