La polemica su Arianna Meloni e le indiscrezioni rese note dal Giornale sulla possibile apertura di fascicoli giudiziari a suo carico con l’accusa di traffico di influenze, hanno animato il dibattito politico lungo tutta la giornata di ieri, e lo faranno ancora a lungo. Fratelli d’Italia si è schierato a favore del suo responsabile della segreteria politica. “Non passerete”, scrive a chiari lettere il presidente dei deputati meloniani Tommaso Foti, mentre il suo collega al Senato, Lucio Malan, parla di una situazione “inquietante ma purtroppo coerente e simile a campagne viste nel passato”. Per Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione nel partito, “chi prova a inquinare la democrazia, colpendo Arianna Meloni per minare il governo democraticamente voluto dagli italiani deve essere isolato ora nel Palazzo come è stato isolato dagli italiani nelle urne”.
Giorgia Meloni: “Stiamo smontando il sistema”
Contattata telefonicamente dall’Ansa, anche la premier in persona, Giorgia Meloni, ha avuto modo di rispondere alle notizie lanciate dal Giornale, parlando di uno schema politico-giudiziario già ampiamente utilizzato con Silvio Berlusconi: “Se fosse vero – ha spiegato – che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo. Ma in fondo – ha aggiunto la premier – sarebbe anche un buon segno, perché queste mosse squallide e disperate da parte della peggiore politica significherebbero solo che stiamo smontando il sistema di interessi che tiene in ostaggio l’Italia da troppi anni. Quindi, avanti a testa alta, con ancora maggiore determinazione”.
Vittimismo renziano
Ma se Fratelli d’Italia ha fatto scudo intorno alle sorelle Meloni, la solita stampa di sinistra, già accusata di aver lanciato false indiscrezioni su Arianna, da lei prontamente smentite, ha proseguito nel suo intento mistificatorio, sminuendo le indiscrezioni del Giornale, con Il Fatto Quotidiano che parla di “cospirazione”, e sulla stessa scia anche Repubblica, che scrive di una Meloni che “agita il complotto”. Anche dalla politica le reazioni non sono mancate: se Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle ancora glissano sull’argomento, tra i primissimi a farsi sentire è stato Matteo Renzi, il cui partito, Italia Viva, sembra avere un ruolo importante nei fatti raccontati da Sallusti. Il direttore del Giornale, infatti, ha riportato le parole di una senatrice renziana, Raffaella Paita che, oltre ad essere stata tra i primi, come altri colleghi di partito, a riprendere le indiscrezioni incriminate su Arianna in Parlamento, avrebbe già indicato, come sostenuto da Sallusti, la rotta che la magistratura sarebbe intenzionata a seguire: ha parlato di “influenza delle nomine”, richiamando il “traffico di influenze”, reato di cui molti giuristi hanno già contestato la fondatezza. A quanto pare, dunque, Renzi si è sentito chiamato in causa e, con un lungo post su X, ha dato la sua versione dei fatti. Dicendo, in primis, che “le sorelle Meloni vedono i fantasmi”, parlando di “ansie da complotto della famiglia della premier” e sostenendo che “questo linguaggio di odio, violento e squadrista è il modo con il quale il partito di maggioranza replica a delle legittime domande di un partito d’opposizione”. In un sol colpo, Renzi sembra aver iniziato a comportarsi quasi come la presunta vittima di un complotto tramato contro di lui: nessuno riuscirà a fermarlo, sostiene, perché “non ci sono riusciti in anni di fango gratuito, non ci riusciranno ora”.
Ruolo da “utile idiota”
E forse, la replica più bella all’ex sindaco di Firenze arriva proprio da Sallusti, nel suo nuovo editoriale di questa mattina. La tesi è questa: anche Renzi, come lui stesso ha ricordato, è stato vittima di quei “fantasmi” di cui oggi parla. E che, se Italia Viva ha un ruolo in tutta questa storia, quello che più le si addice è quello dell’“utile idiota che in buona fede cade nella trappola tesa da estranei”. E dunque, “rilanciare in Parlamento come fatto politico rilevante suggestioni giornalistiche non comprovate che attribuiscono fatti specifici ad Arianna Meloni, sapendo che arrivano dagli stessi giornali che su di te, come si legge nel libro firmato da Renzi, “hanno scritto il falso in centinaia di articoli” appare quantomeno incauto e un po’ affrettato”. Il timore è dunque che siano stati messi in moto i tre anelli del “sistema Palamara”, con ovvie ingerenze della politica.