Riequilibrio dei rapporti commerciali e mediazione internazionale. Sono queste le tematiche affrontate dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente cinese Xi Jinping, in un incontro, avvenuto ieri a Pechino, durante il quale, oltre ad aver riconfermato la reciprocità nei rapporti malgrado il fallimento del progetto della Via della Seta, dal quale Giorgia Meloni ha voluto sottrarsi per evitare i pericoli di una ingerenza troppo forte della Cina negli affari europei e occidentali, i due leader hanno portato avanti un dialogo complesso, in uno scenario internazionale altrettanto complicato: da un lato, l’Italia apertamente e dichiaratamente schierata dalla parte dell’Alleanza atlantica, dall’altro la Cina, grande potenza del mondo orientale.
Eliminare il disavanzo
Giorgia Meloni, nell’incontro con il presidente cinese, ha spiegato che “la Cina è per noi un partner economico, commerciale e culturale di grande rilievo”. Il tema della giornata è stato infatti questo, come fare a riequilibrare la bilancia commerciale: le esportazioni italiane in Cina sono calate quest’anno del 30,1% rispetto allo stesso periodo (i primi sei mesi) dell’anno precedente. In pratica la Cina esporta da noi molto più di quanto noi esportiamo in Cina, circa tre volte di più. Il che genera, si capisce, uno squilibrio non indifferente. Un disavanzo che, come ricordato da Giorgia Meloni nelle dichiarazioni finali ai giornalisti, “è andato crescendo negli anni”. L’obiettivo dunque è quello del riequilibrio: “Noi – ha detto il Presidente del Consiglio italiano – vogliamo chiaramente lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e chiaramente garantire parità di trattamento per le nostre imprese”. Su questo tema, ha spiegato Meloni, c’è “chiaramente ampia convergenza e disponibilità”. A dimostrazione di ciò, l’intesa siglata ieri tra la premier italiana e il suo omologo cinese, Li Qiang. O ancora le parole pronunciate dallo stesso Xi Jinping: la sua idea infatti è quella, non solo di trovare in Italia parità di trattamento per le imprese cinesi, un ambiente commerciale “trasparente, sicuro e non discriminatorio”, ma anche di “esplorare la cooperazione in settori emergenti come i veicoli elettrici e l’intelligenza artificiale”. Con Xi Jinping, infatti, il dibattito è stato molto più ampio, coinvolgendo “anche tutte le materie dell’agenda internazionale”. Meloni lo definisce un confronto “franco, trasparente e rispettoso”, specialmente su quelle la Cina resta un “interlocutore indispensabile”.
Per una pace giusta
Materie che definire come cruciali può apparire riduttivo. Le tensioni in Medio Oriente, l’intelligenza artificiale, la questione climatica, la riforma del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e, the last but not the least il conflitto in Ucraina. Giorgia Meloni ha chiaramente ribadito la posizione italiana: quello russo nelle regioni orientali dell’Ucraina è “un attacco frontale alla convivenza pacifica tra i popoli e alle regole del diritto internazionale”. Violazioni gravi che possono produrre una esclation, un “domino” i cui effetti sono già vivi nelle nostre società: tutto ciò, secondo la premier, “produce per reazione una frammentazione che è anche geoeconomica e alla fine diventa una sorta di domino, cioè sulla lunga distanza globalizzazione economica e messa in discussione delle regole del diritto internazionale non cammineranno insieme”. Una situazione che, dice la premier, “credo che non convenga a nessun altro”. In questo contesto, dunque, “il sostegno cinese alla capacità industriale russa è un elemento di grande frizione ma io penso che la Cina, partendo dai principi di sovranità e di integrità territoriale che pure sempre rivendica, possa diventare soggetto risolutore per la identificazione di una pace giusta in Ucraina”. Tra gli altri temi, come detto, la crisi in Medio Oriente e quella nell’Indo-Pacifico, con Pechino che continua a minacciare Taiwan. Inoltre, Xi Jinping ha chiesto all’Italia di “favorire uno sviluppo positivo e stabile delle relazioni Cina-Ue”. In ogni caso, l’Italia di Giorgia Meloni si è fatta promotrice di un messaggio di riappacificazione sullo scenario internazionale, nell’obiettivo di una tregua giusta e duratura.