“I decreti attuativi sono stati firmati!” tuona di nuovo Di Maio, dopo giorni di silenzio.
L’occasione è a margine di un evento a Gambellara, (Vicenza) di fronte ad una platea di veneti e giornalisti. E prosegue il Vicepremier «Oltre il 90% di chi è stato truffato dalle banche non dovrà fare nessun arbitrato, nessun contenzioso, nessun processo, sarà indennizzato e basta. Abbiamo fatto il meglio possibile, è una promessa che manteniamo».
Peccato però che si tratta solo dell’ennesima boutade elettorale, perché, anche se davvero i decreti fossero pronti, l’apporre la firma non significa averli pubblicati in Gazzetta Ufficiale, e ancor meno significa la conversione in legge del Decreto Crescita.
Più di dieci giorni fa, sempre in clima di campagna elettorale, era stato il sottosegretario Villarosa a fare un altro annuncio del genere, completamente privo di significato effettivo. Il Ministro Tria ha firmato il primo decreto!! e tutte le agenzie a far rimbalzare la notizia. Sembrava quasi che dal giorno dopo si potesse far domanda per accedere al fondo. Peccato però che i decreti siano due, che il primo decreto è stato annunciato, ma non è ancora uscito, che la norma deve ancora essere convertita in legge e che alcune associazioni, che hanno grande confidenza con i due vicepremier, abbiano già annunciato diverse criticità tali da dover riflettere meglio sul testo che tradotto significa prendiamoci altro tempo.
Ora, prendendo atto della lentezza proverbiale di Tria nell’apporre la propria firma, francamente qui si sta abusando, con notevole dose di cattivo gusto, della pazienza dei risparmiatori, che, come immaginavo da tempo, si volevano tenere calmi fino alle elezioni, imbrigliandoli con dichiarazioni prive di contenuto ma funzionali a trascinarli in una campagna elettorale senza troppo contestazioni da parte di chi, a distanza di un anno, attende ancora di poter accedere al Fondo tanto promesso.
Solo una settimana fa Giorgia Meloni era tornata sul tema dei rimborsi ai risparmiatori, dichiarando che Fratelli d’Italia presenterà un solo emendamento con cui obbligare il governo ad emanare tutti i decreti attuativi entro e non oltre 10 giorni dalla conversione in legge del decreto crescita. Non forniremo (come tenteranno di fare altri) altre giustificazioni per dilazionare l’attivazione delle procedure di rimborso.
Abbiamo già perso mesi dietro una norma che non aveva nessuna possibilità di passare il vaglio dell’europa, ora che la norma è stata modificata dal Ministro Tria nell’unico modo possibile… sarebbe davvero il caso che si passasse all’attuazione del Fondo tanto sospirato dai risparmiatori.