Aveva anche iniziato dicendo che non era sua intenzione “andare addosso ai carabinieri”. Ma subito dopo il sindaco di Milano Beppe Sala si è subito rimangiato quello che poco prima aveva detto, facendoci ricredere su una possibile svolta nella narrazione dem sulla questione sicurezza a Milano. Nell’inseguimento di Ramy, i carabinieri “hanno sbagliato”, ha sostenuto Sala a Rtl 102.5: “Un inseguimento notturno di 20 minuti e in ogni caso quelle parole sono inaccettabili”.
Ovviamente, il democratico è in silenzio, da giorni, sul caso degli stupri di gruppo di stampo islamista, la pratica della taharrush gamea. Ma sceglie ugualmente di negare che l’immigrazione incontrollata sia diventato un peso non indifferente per la città che amministra: “Posso dire che quando si parla di periferie, c’è stato un grande miglioramento in tanti luoghi periferici”. Dedica tutta la sua attenzione al caso di Ramy, che “spiega e dice tante cose. Da un lato il malessere che si cova in certe parti della città, e dall’altro basta guardare la reazione della famiglia di Ramy e del padre in particolare, che è veramente incredibile. Quel ragazzino, come nessuno di noi, non sarà stato un santo, ma aveva la bandiera dell’Italia in camera. Stiamo attenti a creare queste categorie, sennò non andiamo da nessuna parte. Sono meravigliato dalla continua reazione del padre di Ramy e dalla continua capacità di stare dalla parte giusta. Poi che ci sia ancora da lavorare è assolutamente certo”. E così dicendo, Sala si è scagliato contro l’ipotesi dello scudo penale pensato dall’esecutivo e dalla maggioranza per evitare gli effetti negativi dell’apertura dei fascicoli per agenti delle forze dell’ordine nello svolgimento dei propri doveri: “Penso che sia veramente una sciocchezza” ha detto, aggiungendo che “gli agenti devono essere pagati meglio, formati meglio, devono essere protetti meglio ma non a livello legislativo”.
Ma la cronaca smentisce Sala
In generale, sul problema sicurezza in città, si può dire che se n’è lavato le mani: prima ha detto che “il problema della sicurezza c’è da sempre” ma che “in questa fase è più intenso” (chissà come mai…), poi ha scaricato le colpe su altri: “La sicurezza è un tema di forze dell’ordine, di prefetto, di questore. Quando il prefetto mi ha detto, prima di Natale, facciamo le zone rosse ho detto ‘proviamo, nessuno ha la bacchetta magica’. La sicurezza è un diritto dei cittadini e tutto quello che si può fare si farà. Bisogna porre attenzione a nuovi fenomeni che vediamo si stanno sviluppando e che ci preoccupano”. Ma se questi fenomeni possono essere attribuiti all’immigrazione clandestina, con due prosciutti sugli occhi nega fermamente, riprendendo la tesi della sua ‘capa’ Elly Schlein: “Non si può attribuire tutto al tema immigrazione. E che la destra soffi sul fuoco, questo da sempre. Sono nove anni che sono sindaco, me ne sono fatto una ragione, alla fine è sempre colpa del sindaco”. Infine, l’assurda tesi: “Noi dell’immigrazione, facciamocene una ragione, abbiamo bisogno. La nostra bella vita… quando vai al ristorante, chi sta in cucina? Quando cerchi un infermiere, una badante, i lavori in casa. Quindi mettere tutto insieme non va bene. Il punto è che ciò non deve portare alla rinuncia di vivere in una realtà dove la gente si sente sicura”. Ma gli ultimi casi di cronaca ci dicono che il quieto vivere è sempre più lontano…