Nella notte tra venerdì 10 e sabato 11, esattamente verso le quattro del mattino, una coppia di fidanzati è stata aggredita fuori dalla discoteca Alcatraz di Milano da un gruppo di circa 10 nordafricani. I due ragazzi, 19 anni lei e 21 lui, si stavano intrattenendo nel parcheggio del locale probabilmente per fumare una sigaretta e scambiare quattro chiacchiere, quando sono stati aggrediti. Inizialmente hanno cercato di derubare il portafoglio del ragazzo e la borsetta della ragazza e quando entrambi hanno reagito hanno molestato la 19enne toccandola nelle parti intime. Ad accorrere in loro aiuto è stato immediatamente il personale della security del locale, che non appena ha sentito le urla dei ragazzi li ha raggiunti mettendo in fuga gli aggressori.
Fortunatamente, proprio quando gli uomini della sicurezza inseguivano il gruppo di aggressori, una pattuglia che si trovava davanti al locale per un giro di routine è intervenuta riuscendo a fermare solo il 36enne egiziano, Hassan Mansour Hassan Mohamed, presunto autore della violenza ai danni della ragazza, mentre gli altri si davano alla fuga. Grazie alle immagini delle telecamere del luogo, gli investigatori stanno individuando tutti gli altri aggressori. Le indagini vertono a identificare tutti i componenti del branco.
Le bande di giovani stranieri senza controllo e le molestie collettive, destano forte preoccupazione nelle strade di Milano, così come è avvenuto in piazza Duomo a Capodanno. A denunciare l’aggressione sessuale collettiva di Capodanno, è stata per prima una studentessa belga di 20 anni, Laura Barbier, alla quale si sono aggiunte almeno altre 8 vittime. Dalle testimonianze e dalle immagini gli investigatori sono arrivati alla conclusione che le donne siano state tutte rinchiuse in un recinto di corpi maschili che le ha isolate dagli uomini che le accompagnavano e avrebbero potuto difenderle ed al cui interno decine di mani hanno violato i loro corpi. Si rafforza negli inquirenti la convinzione che le violenze siano state il risultato di una precisa strategia che ricorda il «Taharrush gamea», un’aggressione sessuale collettiva disgustosa in cui la donna viene individuata, circondata e molestata da più uomini. Spesso gli autori della taharrush gamea si muovono in cerchi in modo che la vittima non riesca a uscire dal perimetro mentre il cerchio più interno è quello che effettivamente passa all’azione con le molestie. Cosa significa Taharrush Gamea? Il termine di taharrush gamea o taharrush jama è stato utilizzato per la prima volta in Egitto, nel 2011, quando la polizia riferì delle molestie denunciate da alcune donne che manifestavano in piazza Tarhir. Il termine in lingua araba indica “molestie collettive”, un’aggressione sessuale di gruppo.
L’aggressione sessuale nei confronti della giovane 19enne davanti al proprio fidanzato avvenuta pochi giorni fa fuori della discoteca Alcatraz è l’ennesimo gravissimo episodio a Milano dopo le molestie collettive di piazza a Capodanno.
“Il sindaco Sala di fronte a questa emergenza risponde minimizzando i fatti, dicendo che bisogna ragionare. Eppure ci troviamo di fronte a una visione della donna, considerata come oggetto da abusare, che è sempre più diffusa tra i delinquenti stranieri e nelle comunità islamiche”, è il commento di Silvia Sardone, europarlamentare della Lega e consigliere comunale a Milano. “Per la sinistra se gli abusi hanno colpevoli stranieri sono meno gravi. Un razzismo al contrario inaccettabile che è uno schiaffo alle vittime”, prosegue nella nota l’onorevole. a Milano nei fatti questo tipo di reati ha oltre il 62% di responsabili non italiani.