Salari e potere d’acquisto in crescita: “Melonomics” funziona, l’Upb mette a tacere i gufi

Il potere d’acquisto aumenta così come i salari. E con loro la propensione al risparmio. È questo, quanto decretato dall’ultimo rapporto dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che fa infuriare tanto la sinistra. Le odierne opposizioni che, quando ancora riuscivano, in mancanza di appoggio elettorale, a concludere accordi di palazzo e inciuci per spartirsi le posizioni di potere, si definivano responsabili e seguaci di una linea di serietà, scandita dalle regole dell’Unione europea e dalle sue politiche di austerità. Con questo indirizzo, dunque, l’Italia avrebbe dovuto risalire la china e rifiorire come una rosa nel mese di maggio. Ma poi, loro malgrado, si scopre che la nostra Nazione è ben più forte, in crescita e in ripresa ora che è la destra a governare, ora che a Palazzo Chigi siedono quegli irresponsabili, totalitari e corporativisti della destra, i quali, secondo le previsioni più “rosse”, avrebbero dovuto buttare per aria tutto quanto di buono (ammesso ci fosse) era stato fatto dalla sinistra negli anni precedenti. Già festeggiavano con le campane a morto per la nostra Nazione: e invece si sbagliavano, di gran lunga.

Superati i livelli pre-pandemia

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha decretato ufficialmente l’ottimo stato di salute della nostra economia. Cosa che fa infuriare la sinistra (anti) italiana e va contro a quanto profetizzato dall’Unione europea e dalla Banca Centrale europea, che invece continua a mantenersi stranamente molto cauta e a lasciare i tassi d’interesse molto elevati. Due i fattori rilevanti che hanno pesato sulle sorti italiane: la crescita del Pil e l’aumento record del tasso di occupazione. “Nel secondo trimestre – si legge nello studio -, sulla base dei dati preliminari dell’Istat, il PIL è aumentato dello 0,2 per cento, rallentando su base congiunturale (0,3 per cento nel primo trimestre) ma accelerando allo 0,9 per cento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno; la variazione acquisita per il 2024 è aumentata allo 0,7 per cento”. Il prodotto interno lordo inoltre è salito del 4,7% rispetto al periodo pre-pandemici, meglio di Francia e di area euro. Il che, accompagnato al mezzo milione di occupati in più in appena un anno, ha fatto rinascere la fiducia nel lavoro e nei consumi: “Il potere d’acquisto delle famiglie – si legge nel rapporto – è cresciuto rapidamente (+3.3%), portandosi sui massimi degli ultimi due anni e oltre livelli pre-pandemici“. A questo va ad unirsi il contestuale aumento della propensione al risparmio, registrandosi quasi un +10% che supera anche i livelli pre-pandemia. Si legge, inoltre che “nel primo trimestre le misure di integrazione salariale hanno registrato un primo rialzo, dopo tre anni di continua riduzione”.

Il record occupazionale trascina l’economia

Il tutto dunque ottenuto grazie a un aumento significativo delle occupazioni, che ha generato un virtuoso circolo di aumenti salariali e di potere d’acquisto: le retribuzioni sono aumentate del 3,3% nel primo trimestre e del 3,1% nel primo semestre. E questo nonostante la forte inflazione registrata nel corso degli scorsi anni. Inflazione che l’Upb ha dichiarato comunque “nettamente inferiore a quella dell’euro”. Con significativi risultati nella forbice tra aumenti delle retribuzioni e crescita dei costi: “I consumatori – è scritto nel rapporto – beneficiano di un differenziale positivo apertosi dall’inizio dell’anno tra la crescita salariale e quella dei prezzi al consumo (1,9 punti nel primo trimestre)”. Ne beneficeranno i consumi e l’intera economia. Le previsioni dell’Upb sono positive: “Nella seconda metà dell’anno l’attività economica è prevista continuare a ritmi moderati.

Considerando l’evoluzione recente delle variabili esogene internazionali e recependo i migliori dati osservati nella prima parte dell’anno, si stima che il PIL dell’Italia aumenterebbe dell’1,0 per cento sia nel 2024 sia nel 2025. Le previsioni presumono anche il completo utilizzo delle risorse del Pnrr”. È finita, insomma, l’era dell’austerità, con la formula dettata dal Governo Meloni che sta ridando linfa alla nostra economia.

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