“È legge il decreto del Governo sulle liste d’attesa”: lo ha annunciato sui social il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dopo aver ottenuto il sì della Camera, il dl ieri è passato anche in Senato, ottenendo 171 voti favorevoli. Il centrodestra, così, fa un altro importante passo in avanti verso la realizzazione di una sanità più equa e funzionante, anche nelle Regioni maggiormente in difficoltà. “Dopo aver portato il fondo sanitario al suo livello più alto di sempre – ha spiegato infatti la premier –, compiamo oggi ulteriori passi avanti per garantire il diritto alla salute dei cittadini”.
Un nuovo sistema di monitoraggio
Il decreto, che ora è legge, prevede innanzitutto l’istituzione di un sistema nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa: prima di oggi, infatti, come rivelato questa mattina dal ministro della Salute Orazio Schillaci in un’intervista rilasciata al Messaggero, “quando si dice “ci vogliono due anni per una mammografia”, cosa che ovviamente è molto grave, ci si basa però solamente su rilevazione aneddotiche”. Tuttavia, con l’istituzione di un sistema di monitoraggio, ora l’esecutivo e le Regioni potranno accedere a un quadro più dettagliato della situazione delle liste d’attesa. La creazione è prevista presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas): “In Italia – ha aggiunto il titolare della Salute – non c’è mai stata una piattaforma nazionale, non si sono mai avuti tempi certi per eseguire una visita o un esame. Non c’è mai stata finora una così capillare determinazione e regolamentazione di tutto quello che si può fare per abbattere le liste di attesa”. In effetti, il problema è molto grave: i pazienti, infatti, sono costretti ad aspettare tempi lunghissimi, a volte si tratta addirittura di anni (e non soltanto in casi sporadici), per effettuare una visita specialistica o delle analisi. Mettere fine alla piaga delle liste d’attesa, dunque, è forse una delle necessità più forti dell’esecutivo: dopo aver riservato al comparto sanitario il massimo storico della spesa riservata alla sanità, ora il governo fa sul serio in merito a un problema che, benché si sia aggravato specialmente negli anni della pandemia, nessun governo di centrosinistra ha inteso affrontare. E oltre il danno, la beffa: in dieci anni le risorse sottratte al Fondo Sanitario Nazionale ammontano a circa 40 miliardi.
Straordinari e personale
Per questo motivo, è un po’ strano sentire i partiti di opposizione, ora, criticare il governo nell’ambito del decreto in merito alle risorse stanziate. Da sinistra si parla di “scatola vuota” per mancanza di soldi, ma per Schillaci “questo è quello che dicono dall’opposizione” perché “in realtà le risorse ci sono”. Il ministro ha assicurato, inoltre, che “stiamo lavorando per avere risorse in più per il fondo sanitario nella prossima finanziaria”. A livello finanziario, dunque, è prevista una flat tax al 15% per la quale il governo ha stanziato 400 milioni in 3 anni. La flat tax riguarderà le prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d’attesa: per una loro più celere riduzione, infatti, è stato previsto che le visite mediche diagnostiche e specialistiche potranno essere effettuate anche durante il fine settimana, con un ampliamento importante degli orari a disposizione. Tuttavia non si punta soltanto sugli straordinari: “C’è un problema di personale” ammette Schillaci, ricordando che “noi però dal 2025 avremo un nuovo calcolo del fabbisogno e speriamo di potere superare il tetto di spesa e di potere assumere più medici, più infermieri, più operatori sanitari”.
Meloni: “È la strada giusta”
A queste misure, si aggiunge pure l’istituzione del Cup unico regionale per mettere a disposizione anche le prestazioni dei privati. Non un modo per favorire il mondo della sanità privati, ma soltanto la volontà di risolvere un problema annoso che nessuno, prima d’ora, aveva mai affrontato. “Siamo consapevoli – ha scritto Giorgia Meloni – che c’è ancora molto da fare, ma siamo convinti che la direzione intrapresa per costruire una sanità più efficiente e più vicina ai bisogni dei cittadini sia quella giusta”.
Altro schiaffo in faccia ai sinistrati menagrami.