Scioperi, il primo venerdì nero fa flop: adesioni quasi nulle, lavoratori stanchi di certi sindacati

Doveva essere il primo venerdì nero dell’anno, ma è stato completamente un flop. I dati parlano chiaro, si è raggiunto il culmine, è accaduto quello che era stato ampiamente predetto: gli scioperi politici hanno stufato proprio tutti, anche i lavoratori che preferiscono recarsi sul posto di lavoro piuttosto che godersi un giorno di pausa giustificata. L’indizione, fino all’esasperazione, di sempre nuovi scioperi ha ridotto lo strumento da importante istituto della nostra democrazia, forma libera e costituzionalmente riconosciuta di espressione del dissenso, a mero servo di obiettivi di pochi. Obiettivi politici, probabilmente, di un sindacato e dei suoi vertici.

Codacons: “Sciopero flop”

Cinquanta scioperi in venti giorni. Questo il calendario per questo primo mese dell’anno 2025. Soltanto che il primo vero grande appuntamento, ieri venerdì 10 gennaio, è fallito miseramente. E a decretarlo è stato direttamente il Codacons: “Un flop il primo sciopero del 2025 indetto nel settore dei trasporti. Lo afferma il Codacons, che sottolinea come la protesta si sia rivelata un fallimento con bassissime adesioni e nessuna interruzione dei servizi” scrive l’Associazione con un comunicato stampa sul suo sito ufficiale. Codacons che non si fa particolari scrupoli a parlare esplicitamente di flop, ribadendo anche una seconda volta la sua posizione: “Il primo “venerdì nero” dell’anno si è rivelato a tutti gli effetti un flop, con il trasporto pubblico rimasto regolare nelle principali città, dove bus, tram e metro hanno continuato a garantire le corse, e nessuna interruzione è stata registrata sul fronte del trasporto ferroviario. Da Nord a Sud Italia i disagi per gli utenti sono stati minimi, e le adesioni alla serrata ben al di sotto delle aspettative dei sindacati”. Anche il presidente del Codacons non le manda a dire: “Un fallimento lo sciopero del 10 gennaio che deve portare a riflettere sull’esigenza di un cambio di rotta sul fronte delle rivendicazioni dei lavoratori. Vanno studiate forme di sciopero diverse, come lo sciopero delle biglietterie e dei controllori, che non arrechino danno ai cittadini, consentendo ai lavoratori di portare avanti le proprie istanze senza interrompere i servizi essenziali al Paese”. Insomma, scioperi a valanga senza adesioni: così i sindacati hanno distrutto uno degli strumenti più potenti a loro disposizione.

I numeri del flop e i prossimi scioperi

I numeri delle adesioni a Roma da parte dell’Atac sono bassi. I dipendenti avrebbero dovuto incrociare le braccia per quattro ore, ma lo ha fatto soltanto il 16% del totale, con disagi minimi per i lavoratori. Numeri che via via scendevano tanto più ci si allontanava dalla Capitale. L’Atm di Milano, ad esempio, ha segnalato circolazione regolare su tutte le linee. Stessa storia in Toscana, sia per autobus che per il traffico ferroviario. Potremmo andare avanti per Venezia, con la mancata adesione dell’Actv, il Friuli, la Puglia, l’Umbria. E ancora Napoli, Genova, la Calabria, Bologna. Molte sigle hanno persino evitato la proclamazione dello sciopero. E ovviamente il flop dello sciopero a livello locale non ha impattato neppure sulla circolazione nazionale, gestita dalle Ferrovie dello Stato che pure erano state escluse dalla protesta. Insomma, un flop. Ora l’attenzione si sposta sullo sciopero di 8 ore previsto per domenica, 12 gennaio, a cui hanno aderito alcune sigle della Regione Abruzzo. Circoleranno in modo regolare Frecce e treni a lunga percorrenza, mentre potrebbero esserci disagi per i regionali in Abruzzo e nelle Regioni limitrofe.

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