In diretta TV a “Non è l’Arena di Massimo Giletti, su La7, il Colonnello Sergio De Caprio, Capitano Ultimo, viene intervistato in esclusiva sulla revoca della sua scorta nonostante la condanna a morte della Mafia.
Giletti ha aperto l’intervista chiedendogli come è stato vivere nell’invisibilità con il piccolo nucleo del CRIMOR dei carabinieri, prima di arrivare ad arrestare Totò Riina. Ultimo gli racconta “la fatica di stare ai margini, mai al centro della scena, diventare invisibili, amore per la bandiera senza volere niente, combattendo per un ideale, per il popolo. Vivere con il volto coperto vuol dire contrapporre la fragilità alla forza prepotente, un modo di proteggersi che finora ha funzionato, perchè a volte la fragilità è più forte.”
Alla domanda su come gli è stata comunicata la revoca del servizio di protezione, UItimo ha risposto con grande tranquillità. “Mi è arrivata una lettera di cui ho preso visione in cui mi veniva revocato il servizio di tutela. L’importante, aldilà del mio destino che accetterò, combattendo come ho sempre fatto, è non affrontare il pericolo di Cosa Nostra con superficialità perchè a chi ha lottato è costato carissimo. È una lotta del popolo e bisogna rispettare il sacrificio del popolo, solo questo mi preme comunicare. ”
Giletti in chiusura di intervista gli ha chiesto della croce (il Tao francescano) che porta al collo e il comandante ha risponsto che “è il simbolo della forza dei combattenti, degli umili, dei mendicanti: è una fede. Ringrazio i poveri, i disperati, le persone della strada per quello che mi hanno insegnato, il mio amore per loro è grande. Per me rappresentano lo Stato e la Bandiera.”
Il servizio di protezione negato a De Caprio è una brutta pagina dello Stato italiano. Solo Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia e qualche altro esponente di centrodestra si sono esposti per lui. Ben venga ora l’esposizione mediatica, purchè porti a ragionare i burocrati responsabili di scelte che continuano a non avere spiegazione, ripristinando la tutela di quello che è a tutti gli effetti un eroe vivente e che va protetto da una condanna a morte, quella della mafia, che non va mai in prescrizione.