A parlare è Mattia Rocco, militante di Gioventù Nazionale e tra i Responsabili della sede di FdI nello storico quartiere romano di Garbatella: ”Ancora una volta l’antifascismo militante non si smentisce vandalizzando il quartiere di Garbatella, nello sconcerto degli abitanti locali. Non ci faremo impaurire da questi gesti privi di senso. Risponderemo alle intimidazioni con il nostro sorriso”, riferendosi alle scritte offensive, apparse lunedì sui muri che circondano l’antica sezione locale.
Ed è proprio con il sorriso sulle labbra che Mattia ci racconta l’accaduto, il volto di una gioventù che non si arrende di fronte alle misere provocazioni di chi non ha nulla da offrire allo scenario attuale, se non un ordine impartito da qualche “Cattivo maestro”.
Sui muri ancora albeggiano scritte come “GN tornate nelle fogne”, tipica provocazione di chi probabilmente non conosce nient’altro che un derby sanguinario e consegnato ormai nelle mani della storia: si parla spesso della destra come area violenta, quando invece le provocazioni provengono usualmente da chi si fa portatore di ideali democratici e sinceri, dimostrando sovente tutto il contrario.
Le atmosfere da anni di piombo non servono a niente, se non a definire gli individui disperati che ricercano nello scontro urbano e nella violenza, l’unico modus operandi per portare a termine i propri scopi: evidentemente c’è ancora qualcuno che crede nella barbarie come unica via, probabilmente perché non ha niente da dire o forse non ha mai veramente compreso cosa voglia dire impegnarsi socialmente per difendere la Patria.
Proprio nella Sezione di Garbatella, crebbe negli anni il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, tant’è vero che le scritte offensive non hanno risparmiato neanche lei, sebbene quest’ultima sia ben conscia delle innumerevoli diffamazioni che i finti ribelli continuano a sparare sul suo conto: se non altro, il Premier ha avuto la possibilità di rafforzare il proprio morale sin dalla gioventù, tanto da non farsi mai scoraggiare da chi vorrebbe vietarle ancora oggi di governare l’Italia.
Pensare che chi compie questi gesti, frequentemente si definisca “Antifascista militante” – proprio come anticipato dalle parole di Mattia nel primo paragrafo – , rende l’idea su come queste definizioni siano in realtà un sotterfugio per autolegittimarsi a compiere nefandezze nei confronti di chi la pensa diversamente, sbraitando capricciosamente quando non si rispettano i suoi diktat.
Per alcuni “C’è sempre un fascista” da combattere, come ebbe a dire il filosofo italiano Costanzo Preve, un pensiero evidentemente prodotto dall’ipocondria di chi ancora non ha ben capito dove si trova, come se fosse rimasto intrappolato nel loop di una macchina del tempo ormai guasta: contestatori di questo genere, devono aver vissuto fino a poco tempo fa nella convinzione di trovarsi nell’Unione sovietica e che qualcosa sia finalmente andato storto, come nel film “Goodbye Lenin”.
A sentire certe storiacce viene quasi la nausea; Per fortuna c’è chi ancora oggi vive lucidamente, sapendo realmente quale sia la realtà che lo circonda, cercando anche di applicarsi per restituire un senso di libertà alla propria vita, senza farsi ingannare da falsi pericoli. Per chi invece ha scambiato uno spaventapasseri per un terribile assassino nascosto nel prato, c’è soltanto la speranza di rinsavire una buona volta per tutte.