In provincia di Napoli ci sono 800 alunni-fantasma che quest’anno, dall’inizio delle lezioni, non hanno mai fatto un solo giorno di scuola dell’obbligo. Sono letteralmente scomparsi dai banchi. Un dato da brividi. E ancora: oltre 7.000 collezionano assenze tra il 25 e il 70% dei giorni di scuola, oltre 1.700 superano il 50% di assenze, più di 1.200 sono le segnalazioni inviate alle autorità. Un esercito di oltre diecimila alunni trascorre le ore dell’obbligo scolastico altrove, probabilmente per strada, con devastanti conseguenze sociali e di ordine pubblico.
A snocciolare i numeri che raccontano il dramma di una intera generazione è stata la presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, durante il suo intervento a Caivano, nella scuola media Don Milani, in occasione della presentazione dell’ “Ecosistema educativo per l’Area Nord.Un progetto che si propone, tra l’altro, di elaborare una strategia per il contrasto alla dispersione scolastica e formativa.
Fin qui la cronaca. Ma, in realtà, questa notizia ci dice di quanto fragile sia la tenuta sociale sui nostri territori.
Nel dibattito che si accende ogni qual volta i giovani restano coinvolti in episodi di violenza sentiamo solo parole di circostanza e retorica insopportabile. Per colmare un vuoto irresponsabile nelle politiche sociali delle amministrazioni locali era stato siglato nel 2022 il Patto educativo per la Città metropolitana di Napoli da Manfredi con il Miur, la Regione Campania, il Prefetto di Napoli e l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi della città, Monsignor Domenico Battaglia; un Patto finanziato dal Governo nazionale a Napoli e provincia con 41,1 milioni di euro assegnati a 217 istituzioni scolastiche nell’area metropolitana di Napoli (di cui 78 nel Comune di Napoli per 14,8 milioni) che avrebbe dovuto avere una importante funzione introducendo azioni dirette all’accompagnamento personalizzato per studenti a rischio di abbandono scolastico e all’organizzazione di attività pomeridiane, per contrastare la povertà educativa specie per quei ragazzi, tra i 15 e i 17 anni.
Da mesi, Fratelli d’Italia sta chiedendo al Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, un resoconto delle attività fin qui svolte nell’ambito del Patto senza che vi sia stata alcuna risposta.
Di dichiarazioni di circostanza, ogni qual volta muore un giovane ne abbiamo piene le scatole, a Napoli c’è bisogno di interventi che si accompagnino a quelli di controllo del territorio e della repressione dei reati. C’è la necessità di intervenire nell’ambito della prevenzione e per questo occorrono politiche sociali mirate che al momento sono inesistenti anche quando, come è il caso del Patto educativo, le risorse economiche ci sono.