7,5 milioni di dollari e potete diventare i proprietari della lussuosa villa in cui viveva la stella del grunge, Kurt Cobain, leader dei Nirvana, e in cui l’artista si suicidò il 5 aprile del 1994. Basterà rivolgersi all’agenzia immobiliare Ewing&Clark che ha appena messo in vendita la dimora, costruita nel 1902 e situata in uno dei quartieri residenziali più ambiti di Seattle, il Denny Blaine, nella zona settentrionale della città più piovosa degli States, eppure particolarmente amata.
Courtney Love, moglie di Kurt Cobain, aveva continuato ad abitare nella villa fino al 1997, anno in cui l’aveva ceduta a un fondo immobiliare per 2,89 milioni di dollari. La cantante nel frattempo aveva provveduto a far distruggere la serra all’interno della proprietà perché era proprio lì dove il leader dei Nirvana si era sparato con un fucile. Sebbene da quel momento in poi riguardo al front man del più noto complesso grunge di sempre si sia esclusivamente parlato di morte per ferita autoinflitta, cioè per suicidio, nel corso degli anni molto sono stati i dubbi riguardo a questa versione.
Cobain non stava certo attraversando un periodo facile della sua vita, ma la sregolatezza, la depressione, l’assunzione smodata di droghe erano per lui, affetto anche da un disturbo bipolare, quasi la normalità. Solo un mese prima della morte, Cobain era stato ricoverato in ospedale a Roma, dove aveva trascorso quattro giorni a riprendersi dopo essere caduto in coma per colpa di una combinazione di sedativi e alcol. La sera del 18 marzo, poi, la polizia aveva risposto a una chiamata dalla casa di Cobain e sua moglie, Courtney Love.
Quando la polizia era arrivata, la Love aveva riferito che Cobain si era rinchiuso in una stanza e che si sarebbe ucciso. La cantante aveva anche sostenuto che suo marito avesse con sé una pistola. Ma Cobain, una volta arrivati gli agenti, era uscito dalla stanza dichiarando di essersi chiuso a chiave per stare lontano dalla moglie che lo assillava. Il cantante precisò anche di non avere alcuna idea suicida e che non voleva farsi del male.
A questo punto gli agenti tornarono a interrogare la Love che, furbescamente, dichiarò di non aver mai sostenuto di aver visto suo marito con un arma e meno che meno di aver sostenuto che lui volesse uccidersi. Di contro, la polizia rinvenne nella casa 3 pistole, un fucile, 25 scatole di munizioni più una notevole quantità di un farmaco sconosciuto. Le armi includevano un revolver Taurus calibro 38, una pistola semiautomatica Beretta 380, una seconda pistola Taurus 380 e un fucile semiautomatico Colt AR-15.
Diciassette giorni dopo questa faccenda che non aveva lasciato strascichi nella fedina penale dei due artisti, il nome di Kurt Cobain tornò ad apparire in un altro rapporto della polizia: il cantante veniva dichiarato disperso e veniva descritto come armato con un fucile da caccia, ma non pericoloso. La polizia non ha mai rivelato il nome della persona che aveva presentato la denuncia, ma la madre di Cobain ad Aberdeen dichiarò di essersi rivolta alla forze dell’ordine dopo che da parecchi giorni non riusciva a mettersi in contatto con Kurt. A questo punto la situazione precipitava fino al rinvenimento del corpo nella casa ora in vendita.