Si inasprisce il clima intorno alla separazione delle carriere, con il numero dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, che è tornato a sparare a zero sulla riforma, contro la quale si scaglia da tempo: “Non sarà una riforma che migliorerà la giustizia – ha detto -, ma che indebolirà l’ordine giudiziario, sulla base della falsa premessa che questo ordine giudiziario ha invaso lo spazio degli altri poteri. E – ha aggiunto Santalucia – i cittadini in tutto questo sono i grandi assenti. È una partita che si gioca da 30 anni tra il ceto politico e l’ordine giurisdizionale”. Un’opinione come un’altra che però è difficile da condividere: recenti sondaggi hanno rivelato che più della metà dei cittadini non ha fiducia nella magistratura, una quota in aumento di ben due punti percentuali nell’ultimo anno. Il malcontento cambia a seconda del partito di riferimento: tra gli elettori di Fratelli d’Italia, quelli che non si fidano della magistratura sono il 77%. E molti sono gli scontenti anche nella sinistra: la metà dei grillini non ha fiducia nei giudici. Un primo e inequivocabile segnale che una riforma della giustizia serve.
Ma è il Parlamento a decidere
A volte sembra quasi che la magistratura sia contraria alla riforma, e in generale a qualsiasi riforma sulla giustizia che parte dalla politica. Dimenticando in primis che è il Parlamento l’organo preposto a legiferare. In più, va ricordata la risposta del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, proprio a Santalucia sul palco di Atreju: “La giustizia così non funziona. Va cambiata e i magistrati dicono: ‘vabbè, ma la cambiamo noi’. Ma fare risanare un’azienda al consiglio di amministrazione che l’ha portata al fallimento mi sembrerebbe un po’ curioso…”. Una riforma, quella della separazione delle carriere, che fu anche voluta e ideata da Giovanni Falcone, al cui nome il pubblico di Atreju dedicò una standing ovation: “Giovanni Falcone – disse Sallusti – era sostanzialmente comunista: non faceva politica attiva ma il suo punto di riferimento si chiamava Berlinguer. Se metto a confronto il verbale” del processo con cui Falcone è stato processato davanti al Csm e “il fatto che in una sala conservatrice di destra, al nome Giovanni Falcone ci si alza in piedi e si applaude, c’è qualcosa che non va, dottore” disse a Santalucia.
FdI: “Passi in avanti verso il giusto processo”
La riforma, dunque. Il centrodestra è compatto, sotto un disegno che fu ideato da Giovanni Falcone ma che Silvio Berlusconi tentò di portare a termine. La maggioranza vuole difendere la tripartizione dei poteri, affinché nessun magistrato possa essere soggetto a una parte politica o lasci vincere la sua personale ideologia nei verdetti. In settimana c’è stato il proseguimento dell’iter parlamentare per l’approvazione della riforma: “Il voto di oggi su separazione delle carriere, sorteggio al Csm e Alta Corte – ha detto Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia alcuni giorni fa – è uno snodo epocale. Non si
tratta solo e soltanto di un’altra promessa elettorale mantenuta dal centrodestra, ma più audacemente del primo passo verso una giustizia più liberale che realizzi il giusto processo e la parità processuale, tramite la separazione delle carriere. Oggi – ha aggiunto – non solo nasce una giustizia più liberale, ma si riabilitano i tanti giudici perbene che hanno assistito, pietrificati e inorriditi, in questi anni agli scandali denunciati dal libro di Palamara. L’Italia merita un giusto processo, un vero e proprio equilibrio fra poteri e una magistratura assistita da credito sociale perché dotata di anticorpi che la mettano al riparo dalle ombre del passato”.
Ma non solo centrodestra. Perché ad unirsi nel dialogo a favore della separazione delle carriere, c’è anche il fu Terzo Polo. E in effetti è alta la percentuale, tra gli elettori di Azione e Italia Viva, di quelli che hanno perso la fiducia nella magistratura. Un buon segnale in vista delle seconde votazioni delle Camere, per le quali occorrerà un quorum dei due terzi.