Oggi milioni di ragazzi in Italia hanno fatto ritorno tra i banchi di scuola. Banchi rigorosamente monoposto, completamente in plastica, con tanto di rotelle. O così, almeno, sarebbe dovuto essere nelle intenzioni del Ministro della Distruzione.
Perchè Lucia Azzolina, politico e insegnante di breve corso, aveva assicurato la presenza, in occasione del rientro nelle classi, dei famigerati banchi rotellati in tutte le scuole italiane. Assicurazioni che, stando a quanto comunicato poche ore fa dal Presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi), valgono né più né meno delle promesse dei marinai.
“La scuola è cominciata…con ritardi nella consegna dei nuovi banchi, organico non nominato e spazi carenti – afferma il presidente Antonello Giannelli – …finora è arrivato a destinazione solamente l’8% dei banchi, cioè 200mila unità. Restano 2milioni e 200mila banchi che devono ancora essere recapitati agli istituti”.
Fare i conti della serva non è attività propria di un giornale, ma se si calcola che un mese (agosto – settembre) si è provveduto alla produzione e consegna di 200mila unità, per soddisfare la totalità delle consegne bisognerà attendere l’Anno Scolastico 2021/2022. Questo a meno che non si scelga di accelerare i tempi.
Capitolo insegnanti. Per il Ministro, anche qui va tutto bene. Per la realtà quotidiana, quella dalla quale sono così enormemente slegati sui banchi non rotellati del Governo, va tutto male. Stando a quanto riferito da Tuttoscuola.com “…mancano più di 50mila docenti (circa il 60% dei posti vacanti) in ben 6 regioni del Settentrione: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia – Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia (dati elaborati dalla CISL Scuola)…”.
Ma il vero problema, non che gli altri siano delle piccole gioie, è la situazione critica alla voce “insegnanti di sostegno”: “quasi il 70% dei posti al Nord Italia – riporta sempre Tuttoscuola.com – è vacante…un quarto dei posti rimasti vacanti è di sostegno…”. E ci riportiamo a quanto affermato oggi dal Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha riportato un evento accaduto questa mattina a Pisa: “un bambino Down ha dovuto rinunciare al suo primo giorno di scuola in prima elementare perché non c’è l’insegnante di sostegno”.
Non si tratta di controinformazione, come vorrebbe il compagno Scanzi, ma di dati, freddi e lucidi riportati dagli stessi sindacati del mondo scolastico. Mancano banchi, mancano insegnanti, parlare inoltre delle misure di sicurezza sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Migliorare la didattica a distanza sarebbe stato opportuno, ma forse si sarebbe chiesto troppo al Ministro.
Insomma, va tutto bene, anche se l’iceberg è a dritta. Un po’ come continuavano a ripetere i suonatori di violino sul Titanic. Purtroppo, la nave è affondata comunque.