Sembra strano ma è incredibile, lo hanno fatto: lo hanno ammesso. Gli eco-vandali, quei quattro giovincelli che di tanto in tanto si divertono a bloccare le strade con i loro corpi, a scapito di chi ha impegni e una vita da portare avanti, o che passano il tempo a macchiare di vernice, a volte cancellabile, a volte indelebile, opere d’arte, statue e oggetti di interesse storico, hanno mostrato il vero lato di sé stessi, rivelando chiaramente che tutto quello che fanno – incollare le loro mani sul fondo di asfalto delle grandi superstrade o gettare passate di pomodoro sulle opere di Van Gogh e Klimt – lo fanno come una specie di hobby. Un passatempo bello e buono per riempire le giornate che altrimenti sarebbero vuote. In più occasioni, il regista Paolo Sorrentino ha spiegato come la noia sia il vero motore dell’arte, che “si riescono a creare delle cose buone man mano che la noia aumenta”. Ecco, in questo caso la noia, nei super attivisti green, ha provocato solo danni già a migliaia di persone per un valore, ormai, di milioni di euro per le casse dello Stato, costretto a ripulire, spesso a proprie spese, i loro disastri.
Figli di papà
“Siamo bianchi – hanno raccontato gli attivisti austriaci del gruppo Ultima Generazione, i più attivi sul campo delle proteste fuori legge contro il riscaldamento globale, in un’intervista al Corriere della Sera –, ricchi con genitori ricchi, pochi tra noi hanno il problema di fare la spesa e se in casa mia si rompe la lavatrice posso tranquillamente aggiustarla. Ma per questo lottiamo anche per chi non può lottare”. Bene: oltre al romanticismo con cui viene descritta una lotta che in realtà romantica non è, gli attivisti hanno di fatto ammesso di essere quello che tutti recriminano loro di essere: dei figli di papà, riempiti di soldi dai loro genitori direttori di banca, professori universitari e chissà con quali altri prestigiosi incarichi. Già sentiamo la brezza fresca che si respira nei loro uffici dotata di impianto di aria condizionata che stride con la calura estiva e con l’umidità che si appiccica alla pelle non appena si va fuori. O anche la comodità del sedile di pelle della berlina che posseggono. Nulla di tutto ciò che sarebbe un male, se loro i loro figli non combattessero quel benessere di cui, probabilmente, anche loro usufruiscono.
Altre proposte shock
Ma sembra arrivare una buona notizia: “Si fermano le nostre proteste” annunciano in un comunicato “perché non vediamo più speranza di successo”. Forse è solo arrivata la stagione estiva e l’intero organigramma dell’associazione sarà nelle migliori spiagge della Sardegna, della Grecia o delle Baleari. Ma gli austriaci danno la colpa alla società, che è “pigra o ignorante”: “Guardano al loro giardinetto e al loro lavoretto al quale vanno con la loro macchinetta, e mai oltre”. E poi ritornano le proposte shock, degne di essere inserite nel programma elettorale di Avs (e chi l’ha detto che Bonelli e Fratoianni non ci abbiano già fatto un pensierino?): “Noi chiediamo – ha detto la presidente austriaca di Ultima Generazione – un limite dei 100 km/h sulle nostre autostrade: ridurrebbe le emissioni del 2%”. E infine, ciliegina sulla torta, le prospettive per il futuro (con una netta contraddizione con quanto dichiarato a inizio intervista): “La disobbedienza civile prevede due strade se una protesta non funziona. Aumentarne l’intensità: anziché bloccare autostrade, bloccare aeroporti. O protestare più spesso. Noi fonderemo un nuovo movimento, e potremmo fare entrambe le cose”. Ecco, perfetto: ora, dopo essersela presa con chi si ricava a lavorare ogni giorno, se la prenderanno con chi invece sta partendo per lavoro o anche forse per vacanza, con i risparmi e i sacrifici di mesi e di anni. Ma tanto, a chi importa: loro, le spalle, le hanno sempre coperte da papino.