Stabilità e responsabilità: così gli investitori tornano a credere nell’Italia verso il 2025

In questo 2024, l’Italia si è costruita la strada per diventare un Paese forte nel mondo, un nuovo centro di potere, una potenza capace di competere ad armi pari con le grandi Nazioni europee e non solo. Il rallentamento della Francia e soprattutto della Germania, alle prese con crisi politiche e soprattutto industriali, ci dicono che il mondo sta cambiando negli asset geopolitici, ma con una costante che probabilmente non cambierà mai: un Paese è forte e riconosciuto come tale quando è dotato di stabilità, quando le politiche di lungo periodo vengono attuate a scapito di quelle a breve termine, quando insomma gli investitori esteri riescono ad avere una prospettiva davanti a loro, quando riescono a sapere quale sarà la strategia di quello Stato, quale sarà la direzione che il suo governo è intenzionato a dargli. E l’Italia, in questo momento, offre una prospettiva di crescita che poche volte si era vista negli anni precedenti.

Emergono diversi fattori, estremamente positivi e in totale rottura con il recente passato della nostra Nazione, che mostrano un’Italia migliore: il calo costante dello spread, che si aggira ormai da mesi poco sopra i 100 punti; la capacità di una spesa sana, di saper investire tenendo “i conti in ordine”, rispettando le possibilità dello Stato. Due fattori che non restano inosservati dagli investitori. Due fattori, anzi, che indicano una tendenza non da poco: quella al risanamento del debito pubblico. Se infatti nel recente passato, l’Italia è stata alle prese con misure quali Superbonus e Redditi di cittadinanza, misure spendaccione che hanno aggravato un bilancio dello Stato già tutt’altro che roseo, ora l’Italia vince e convince persino Bruxelles, inviando in tempo i Piani richiesti dal nuovo Patto di Stabilità, ottenendo l’approvazione dell’Unione europea, rilanciando adesso una manovra di Bilancio seria, senza spese eccessive ma soprattutto rispettando le possibilità di spesa, non prevedendo aumenti per le tasse dei cittadini.

Italia pronta alla sfida con le grandi potenze mondiali

Agli investitori piacciono questi elementi. E per capire ciò, basterebbe soltanto analizzare il nostro debito pubblico e la tendenza al “riequilibrio” e alla “normalizzazione” (così le definisce il centro studi di Confindustria) riguardo chi ha acquistato i nostri titoli di Stato nel 2024: “La novità principale è che lo stock di titoli di Stato in mano alle famiglie italiane è cresciuto ininterrottamente negli ultimi due anni: +109 miliardi nel 1° trimestre 2024 rispetto a inizio 2023, dopo i +69 miliardi nel 2023 sul 2022. La quota detenuta dalle famiglie è risalita dal 4,7% del totale a inizio del 2022, al 12,1% a inizio del 2024”. Una buona notizia, che crea un circolo virtuoso qui da noi: i profitti sul debito italiano verranno spesi qui in Italia. Aggiunge Confindustria: “Ne risulta che il “settore estero” conta in Italia per meno di un terzo del totale dello stock di titoli pubblici (28,1% nel 2024), in aumento rispetto al 2023, ma sotto i valori del 2022. Questa quota molto contenuta è un dato positivo per la solidità finanziaria del Paese, a fronte di eventuali turbolenze che dovessero manifestarsi sui mercati finanziari internazionali. In altri grandi paesi europei, la quota complessiva di detentori domestici non è un punto di forza come lo è in Italia”.  Di contro, l’Istat spiega che “a novembre 2024 si stima, per l’interscambio commerciale con i Paesi extra Ue27, un forte incremento congiunturale per entrambi i flussi, lievemente più ampio per le esportazioni (+5,6%) rispetto alle importazioni (+5,3%)”. Il tutto, oltre ciò che è stato ampiamente ricordato: l’Italia è il quarto Paese al mondo per esportazioni. Insomma, che si investa sul debito pubblico o sui beni italiani, che si tratti di investitori nostrani o esteri, in questo periodo l’Italia sembra pronta a sfidare le grandi potenze economiche mondiali. Buoni propositi per il 2025.

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