Il Sud continua a crescere a ritmi serrati, visti poche volte per le otto Regioni fatte rientrare nella Zes unica per il Mezzogiorno creata dal Governo Meloni. Pesa molto il corposo aumento delle esportazioni, che partono necessariamente dal Sud, rendendo l’Italia il quarto Paese al mondo in quanto a export. Pesano le politiche di investimenti, come la stessa Zes unica con le sue centinaia di progetti avviati nel 2024 e specialmente da agosto a oggi, e ancora le politiche di defiscalizzazione e di decontribuzioni per chi assume lavoratori a tempo indeterminato. Uno sprint in avanti non indifferente, notato anche nello stesso Meridione, certificato da mesi da uno dei maggiori quotidiani del Sud. Il Mattino ha riportato sulle sue colonne di questa mattina i numeri dell’aumento dei posti di lavoro occupati al Sud: secondo l’Istat, nel terzo trimestre del 2024, il tasso di occupazione meridionale ha toccato la soglia del 49,1 percento. È il nuovo massimo storico, con un aumento di ben 4,4 punti percentuali rispetto all’ultimo trimestre del 2019, dunque prima della pandemia. Crescita che va contestualizzata: nello stesso periodo, il Centro ha fatto registrare un aumento simile, inferiore invece quello del Nord. Dunque, se a livello nazionale, nel giro di due anni, i nuovi occupati hanno superato le 800mila unità, gran parte del merito va alla crescita del Sud, un’intera area geografica dalle altissime potenzialità che spesso non sono state sfruttate e neppure comprese.
Regione per Regione
Sono stati pubblicati i dati Regione per Regione: per lo stesso periodo di riferimento, la Sicilia è la Regione che ha fatto meglio di tutte, con un corposo incremento del +6 percento. All’isola segue la Basilicata, con il 4,7 percento di occupati in più. Seguono Puglia e Molise con il 4,5 percento in più e l’Abruzzo è poco sotto con il 4,4 percento. Poi c’è la Campania, con il 3,4 percento di lavoratori in più rispetto alla fine del 2019. Chiudono con il 2,9 percento la Sardegna, che però partiva da un tasso di occupati più elevato, e la Calabria con un +1,2 percento. Resta però il problema dell’occupazione femminile: se quello maschile è al 62,7%, per le donne si ferma a 36,9%. Più basso, insomma, della media nazionale, dove comunque le donne che lavorano hanno raggiunto il livello più alto di sempre. E in realtà anche al Sud l’occupazione femminile è aumentata rispetto al 2019: +3,3%.
FdI: “Nostra visione è premiare il lavoro”
Per Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, “il 2024 si sta concludendo con alcuni dati che rinsaldano la prospettiva di un’Italia sempre più forte. È il caso dell’export che vede la nostra Nazione al quarto posto tra I Paesi esportatori; è il caso della crescita del lavoro nel Mezzogiorno che taglia traguardi finora mai raggiunti. E poi è il caso dell’occupazione femminile”. Va nello specifico Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia: “Nonostante la narrazione catastrofica delle opposizioni, i dati parlano chiaro: in Italia si contano quasi 900 mila posti di lavoro in più, il Pil è in crescita e il Sud è divenuto locomotiva d’Italia. Il tutto, nonostante la situazione economica disastrosa ereditata dal governo Meloni. Ma con il senso di responsabilità che ci contraddistingue, abbiamo trovato le risorse per creare lavoro, per il taglio del cuneo fiscale e per misure a sostegno di famiglie e natalità. E ancora, abbiamo attuato misure come la Zes unica e la decontribuzione per le aziende che assumono a tempo indeterminato nel Sud. Perché la nostra visione è quella di premiare il lavoro, abbandonando la logica dei sussidi, ed è su questa strada che continueremo a lavorare, onorando il mandato ricevuto dai cittadini”.