Sul lavoro le opposizioni mentono e sono colpevoli

In vista del Consiglio dei Ministri del 1° Maggio per vagliare il Decreto sulla riforma del lavoro l’opposizione, con particolare menzione di PD e M5S, ha accusato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di offendere i lavoratori proprio nel loro giorno di festa con un decreto che aumenterebbe, a loro dire, precariato e disoccupazione.

È il caso di fare un po’ di chiarezza. Da quando è stato istituito il Governo Meloni, dagli italiani che lo hanno votato!, l’opposizione è scaduta in una serie di affermazioni che da imprecise sono diventate delle vere e proprie menzogne. Ultima, ma non per importanza, quella proprio sul DL Lavoro. Nonostante i dati Istat, ANPAL, INPS e Bankitalia confermino l’aumento di occupazione e un significativo aumento dei contratti a tempo indeterminato nel primo trimestre 2023 qualcuno ha l’ardire di rilasciare affermazioni contrarie.

A questo punto sembrerebbe presentarsi un unico bivio pericoloso tra l’incompetenza di questi sedicenti politici e i loro staff o l’intenzione cosciente di voler mentire agli elettori. Oltre la gravità del dato in sé, quello che più caratterizza questa nuova moda di mentire senza pudore e senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze, è la sconcertante premessa implicita che l’elettorato sia incapace di riconoscere i fatti che li riguardano.

Se si vanno a vedere i dati ISTAT sull’occupazione nel periodo proprio dei Governi giallo-rossi si potrà facilmente vedere che la vera condanna alla precarietà è stata fatta proprio da coloro che oggi accusano il Governo Meloni, in carica da sei mesi, di incentivare lavoro in nero e precarietà. Basta menzogne.

Attraverso la riforma del lavoro, che include anche la trasformazione del reddito di cittadinanza nell’Assegno di inclusione e nello Strumento di attivazione, il Governo Meloni sta rimettendo in moto l’Italia contrastando i terribili effetti dell’assistenzialismo perpetuato per ottenere facili consensi dal M5S.

I dati lo confermano, c’è poco da mentire. Gli incentivi alle aziende, l’abbassamento del cuneo fiscale, l’aumento delle buste paga, le politiche attive del lavoro, la formazione e riqualificazione professionale, i sussidi alle classi fragili, i finanziamenti mirati all’aumento dell’occupazione giovanile e femminile, sono tutte manifeste dimostrazioni che l’Italia sta ripartendo. La fiducia degli elettori che hanno scelto il Presidente Meloni per guidare il Paese in questo periodo di crisi economica, post-pandemica e politica, è stata, e sta venendo, ripagata. L’unica domanda che rimane: l’opposizione avrà la dignità di ricominciare a lavorare per il Paese o continuerà la strategia della diffamazione e della menzogna? Il tempo ci darà una risposta, per il momento il Governo Meloni ha dimostrato di tutelare gli interessi nazionali anche per, o forse sarebbe meglio dire “nonostante”, loro.

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Alfonso D'Amodio
Alfonso D'Amodio
Nato a Napoli il 4 Febbraio 1983 consegue il Dottorato di Ricerca in Filosofia Politica alla Pontificia Università Lateranense. Precedentemente laureatosi alla LUMSA in Lettere, completa il suo percorso con una Laurea Magistrale a Tor Vergata. Specializzato in ontologia del pensiero scientifico, etica dei sistemi di Intelligenza Artificiale, dialogo interculturale e interreligioso e Filosofia Politica è attualmente ricercatore presso l'Area di Ricerca IRAFS sui fondamenti della scienza. Membro dell'Ufficio Studi di Fratelli D'Italia.

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