di Raffaele Di Bello
Le ultime dichiarazioni di Spadafora sulla ripresa del calcio italiano confermano che ormai il governo parla solo in televisione e per spot elettorali. Fanno finta di governare compatti e uniti, ma l’allegra compagnia governativa pentastellata si prepara alla prossima campagna elettorale. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte e ogni singolo ministro del governo è molto più attento a difendere la propria immagine che non gli interessi degli italiani.
Veniamo ai fatti che interessano da vicino il ministro Spadafora.
Il ministro al Tg3 durante l’intervista ha dichiarato che nel prossimo vertice di giovedì indetto per discutere con la FGCI e con la Lega di serie A la ripresa e le modalità della ripresa del campionato, che nei provvedimenti ci sarà anche quello della trasmissione delle partite in chiaro. Le sue parole costituiscono un atto di sfida al mondo del pallone e complicano l’intesa Lega-Sky sui diritti Tv.
Il ministro ha dichiarato che in molti in questi giorni gli hanno chiesto di fare riferimento al modello tedesco. In Germania, Sky ha fatto un accordo: per cui, nel rispetto di chi ha gli abbonamenti, comunque tutti gli altri possono vedere le partite. La giustificazione di questo provvedimento risiede nel fatto di evitare gli assembramenti in bar o altri luoghi pubblici per assistere alle partite di campionato.
Siccome il diavolo si nasconde dietro la Croce, apparentemente le dichiarazioni del ministro Spadafora sembrerebbero molto positive. In realtà queste sue intenzioni non hanno altro che la finalità di raccogliere qualche voto in più e ricercare maggiore visibilità e notorietà.
Se davvero il ministro volesse rilanciare il mondo del pallone e fosse intenzionato ad adottare il modello tedesco dovrebbe prendere altri provvedimenti che quello di trasmettere le partite in chiaro. Il mondo del calcio ha bisogno di ben altro. I presidenti di seria A, B e di serie C e di ogni altra squadra che gioca nelle categorie minori hanno bisogno di sostegni economici e di una riduzione delle tasse per poter gestire al meglio i loro club e poter mantenere vivi gli impianti sportivi. Il ministro non sa o forse ignora che il calcio tedesco pesca molto dai settori giovanili delle squadre della Bundesgliga. In Italia questo non avviene perché le categorie minori dal governo non vengono pese in considerazione e spesso i presidenti devono sobbarcarsi interamente i costi di gestione senza avere nessuna agevolazione fiscale da parte dello Stato.
Spadafora fa rima con palla fora, infatti, il ministro dello Sport è l’immagine di una palla sgonfia che non permette né di giocare né di divertirsi. Se il suo provvedimento di trasmettere le partite in chiaro è un tentativo di rimettere in discussione la legge Melandri sui diritti Tv, bene, questo tentativo parte male e non fa che peggiorare una situazione già delicata. La questione dei diritti Tv meriterebbe un ben altro trattamento da parte del governo, ovvero dovrebbe mettere al centro il gioco del calcio come interesse nazionale, considerato l’incidenza che il sistema calcio ha sul Pil nazionale, evitando di rilanciare la propria immagine personale attraverso il calcio. Gli interessi nazionali dovrebbero venire prima di quelli personali.