Superbonus, Oxford Economics distrugge la misura grillina: “La peggiore degli ultimi dieci anni”

La peggiore misura di politica fiscale attuata nel paese negli ultimi dieci anni”: il riferimento, ovviamente, è al Superbonus. Una frase che, ormai, è quasi diventata un cult, di dominio pubblico, ripetuta dagli esponenti del centrodestra e, in realtà, anche da buona parte delle opposizioni. Si riconosce oramai universalmente, eccezion fatta per gli strenui difensori della misura nonché i suoi ideatori del Movimento Cinque Stelle, che il Superbonus altro non è stato che un salasso per le casse dello Stato. Questa volta a distruggere le tesi di chi ancora sostiene la misura – e, perché no, un suo ritorno – non è certamente un membro del mondo politico, ma direttamente dalle agenzie economiche internazionale. Nel dettaglio si tratta della Oxford Economics, leader nelle previsioni economiche globali e nelle analisi econometriche. Un prestigioso istituto internazionale che affossa il Superbonus. Una sentenza che ammazza, ancora una volta, le tesi di chi ancora difende una delle misure più dispendiose della storia: non solo per il valore nominale dei soldi spesi, ma anche in relazione all’esigua risposta in termini di Pil che ha ottenuto. Ha favorito perlopiù la ricostruzione di seconde case (anche di sei castelli, a dirla tutta) venendo quindi utilizzato da chi poteva anche permettersi il lusso di una ristrutturazione.

Spesa elevatissima e bassa produzione

La Oxford Economics sottolinea soprattutto l’opportunità della misura che, pur essendo nata come “misura anticiclica dopo la pandemia”, è però rimasta in vita “durante un periodo in cui l’economia è cresciuta in modo piuttosto forte”. L’analisi va avanti, evidenziando che “si prevede che il moltiplicatore fiscale di queste misure sarà piuttosto contenuto, mentre l’impatto sulla produzione potenziale sarà prossimo allo zero”: un buco nell’acqua, insomma. Un buco, però, abbastanza costoso: l’istituto ha per l’appunto sottolineato che “il piano si è rivelato molto più costoso rispetto alle stime iniziali e i suoi effetti sul debito pubblico si faranno sentire nei prossimi anni”. In effetti, solo nell’ultimo anno il Governo è stato costretto a rivedere, sempre in rialzo, la spesa del Superbonus, nel Def e nella NaDef: il suo peso si è alzato nel 2023 a un ritmo di 4 miliardi al mese. Dal 2021, la misura è costata alle casse dello Stato 122 miliardi di euro, il 5,8% del Pil del 2023. L’equivalente di sei leggi di Bilancio. Così, una misura indifendibile viene screditata, ancora una volta, anche dalle agenzie internazionali. Al Governo Meloni, il pregio di aver detto basta al Superbonus e l’onere, molto più gravoso, di arginare i suoi effetti nel prossimo futuro.

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Redazione
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La Redazione de La Voce del Patriota

4 Commenti

  1. Superbonus
    La principale ragione per cui non ho votato alle ultime elezioni è proprio il superbonus.
    Ora tutti lo intestano a Conte ma bisogna ricordare che dentro c’era il PD, che Salvini e FI hanno voluto un allargamento alle villette ma anche la Meloni dall’opposizione strepitava per un allargamento……
    L’Italia è diventata una BONUSCRAZIA i fessi pagano le tasse e i politici, tutti destra e sinistra, comprano il voto con bonus vari all’elettorato. Quest’ultimo governo oltre a non eliminare i vari bonus già operanti quanti “regali , condoni, incentivi” vedete voi come chiamarli, ha approvato????
    SE AVANZANO DEI SOLDI PER FARE DEI BONUS, RESTITUITELI A CHI PAGA LE TASSE CHE CI PENSIAMO NOI A SPENDERLI.
    Destra o sinistra questo paese sta andando in malora la Santache docet.
    Un mio amico napoletano diceva” foglia a foglia il bosco se ne va a fan……”
    ABROGAZIONE DI TUTTI I BONUS VITALIZI INCENTIVI ETC.

  2. C’è anche un altro lato ancora più oscuro del Superbonus di Conte.
    Non c’è solo l’aspetto economico che grava sui conti della nazione e che lo fa diventare una pesante zavorra per il bilancio e per le tasche degli italiani, costretti a pagare con le proprie tasse il rinnovo delle facciate dei palazzi delle zone più In delle nostre città o dei complessi di edilizia popolare, esonerando dall’esborso sia le persone più abbienti che gli enti amministrativi delle case popolari.

    Ma c’è un altro aspetto che non viene discusso ma purtroppo è altrettanto grave:
    Con la scusa dell’aumento del numero di cantieri, l’avvocato Conte aveva trovato il sistema per diminuire la disoccupazione!!
    Si, ma quella dei paesi dell’Est Europa!!!!
    E nel frattempo era riuscito a fare stare a casa tranquilli una parte di italiani.!!

    Già, l’avvocato Conte voleva prendere addirittura 3 piccioni con una fava!!!

    Per gli italiani, la possibilità di stare a casa e percepire una specie di stipendio, così da non dovere stancarsi troppo lavorando, soprattutto nell’edilizia, dove le mansioni non sono proprio leggere e spesso la paga non è delle migliori (purtroppo è vero…):
    Il Reddito di Cittadinanza.

    Per gli impresari edili la possibilità di lauti guadagni con l’aumento considerevole dei cantieri per le facciate, anche l’occasione di specularci sopra mediante truffe sulle fatture emesse, gonfiaggio di costi del materiale, dove si è potuto creazione di imprese fantasma per lavori mai fatti, il risparmio sui costi per il personale che ci porta al terzo piccione che Conte voleva prendere con la stessa fava.

    Il reperimento di forza lavoro a basso costo, poco o nulla qualificata, facilmente ricattabile e sfruttabile: l’arrivo di gente dall’ Est Europa in particolare, ma anche da Bangladesh, Africa sub-sahariana, Sud America e Egitto.
    Logico per l’avvocato Conte, gli italiani contenti e pagati per stare a casa che lo votano pure, così come il sostegno della lobby edile per tanta grazia ricevuta.
    Nel frattempo pure la contentezza dei governi di Romania, Bulgaria, Polonia e Lituania, ai quali lui gli risolve il problema della disoccupazione, facendogli mandare la gente in Italia a lavorare.

    Che bravo Conte, si è prodigato per creare un futuro a molte famiglie dell’Est, ha addirittura dato la possibilità a persone con più di 50 anni, o anche 60, che nei loro paesi erano ormai al di fuori di ogni chance di avere un lavoro soprattutto perché non in possesso di un certo livello di istruzione, di conoscenza di nuove tecnologie o di professionalità, di trovare stipendio e sistemazione qui in Italia, per quanto c’è da dire che sono stipendi a limite della schiavitù dell’Alabama e sistemazioni fatiscenti.
    Però l’avvocato Conte è un filantropo perché è riuscito a concedere delle seconde o terze chances nella vita a persone che avrebbero dovuto riceverle dai loro governanti.
    Mentre lui invece le ha praticamente negate a chissà quante persone di 40 o 50 o più anni in Italia, facendo una strategia subliminale del tipo “Ti pago per stare a casa, così non vai più in giro a rompere e poi mi ringrazi e magari mi voti”.

    Peccato per Conte che non c’era più lui come Presidente del Consiglio quando è scoppiata la guerra in Ucraina.
    Chissà quanti convogli “umanitari” avrebbe fatto organizzare dall’Ucraina all’Italia per portare quanta più manodopera a basso costo per i cantieri delle facciate, approfittando di tutti gli uomini che volevano scappare per non essere costretti a difendere casa loro. Sicuramente si sarebbe pure accordato con il suo “idolo segreto” Putin per togliergli di torno i russi disertori o renitenti: “non vuoi combattere per la madre Russia nel Donbass? Bene, scegli, o il plotone d’esecuzione se resti in Russia oppure ti mandiamo in Italia da Conte e Grillo a lavorare alle facciate 13 o 14 ore al giorno a 800 euro al mese!!!”

    Ah, un’ultima cosa, il caro Conte per non volere fare lavorare italiani con esperienza nel campo o che, soprattutto per i più giovani, avrebbero potuto imparare un mestiere utile sia al loro futuro che alla collettività, ha dato il via a tutta una serie di lavori malfatti,male rifiniti e con sicurezza lavorativa di livello al di sotto dello zero.

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