Il 2 agosto del 1980 un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere nella stazione di Bologna causando la morte di 85 persone. Una ferita indelebile nella testa e nel cuore del nostro paese, culmine di uno dei periodi più tormentati nella storia della Repubblica italiana. Anche quest’anno il popolo italiano fa sentire la sua vicinanza alla città e alle famiglie delle vittime, per non dimenticare uno dei più gravi attentati avvenuti nel nostro paese.
Il ricordo delle istituzioni
In una dichiarazione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affermato che “La memoria non è soltanto un dovere ma è l’espressione consapevole di quella cittadinanza espressa nei valori costituzionali che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere – aggiungendo che – a Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana. Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell’unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune”.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un post sui social ha scritto che si trattò di “Un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista” sottolineando che “Tramandare i valori di libertà e democrazia è un impegno imprescindibile e allo stesso tempo è di fondamentale importanza proseguire l’opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta, per fare luce su ogni ombra del nostro passato e rendere giustizia a tutte le vittime del terrorismo”.
Anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito che “La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime”.
Non mancano le polemiche
Nonostante in giornate come queste l’unica cosa giusta da fare sarebbe ricordare e rispettare il lutto, la sinistra riesce a strumentalizzare l’occasione per montare una polemica politica assolutamente fuori luogo e non necessaria. Il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, attacca il governo: “Le radici di quell’attentato affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di governo”. Giorgia Meloni prova a stemperare i toni dichiarando: “Credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura”. Al contrario la segretaria del Pd Elly Schlein rincara la dose: “Chi amministra una comunità dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario: spacca, divide, mette gli uni contro gli altri. È evidente che non è in grado di guidare questo Paese”.
Il consiglio è di evitare le sterili polemiche, non dimenticando che il modo migliore per onorare le vittime della tragedia è continuare nella ricerca della verità desegretando tutti gli atti relativi alla strage: ciò che chiede da sempre Fratelli d’Italia.
E’ difficile per chi non ha vissuto quegli anni, pressappoco dal 1960 alla fine degli anni ’80, rendersi conto del clima di odio e terrorismo che fu alimentato da forze diverse, delle quali nessuna indagine ha voluto fare luce fino in fondo.
Oggi le vicende del terrorismo italiano sono sbandierate, senza alcun rispetto per le numerose vittime, per futili chiacchiere di partigianeria partitica.
Eppure se volessimo ora fare chiarezza, sui moventi, sui registi e sugli operartori del terrorismo, potremmo sicuramente fare molto, anche se i principali protagonisti sono ormai morti.
E’ estremamante istruttivo leggere un documento del quale non si parla mai, ma che compendia anni di studio e ricerche autorevoli e generalmente “super partes”, e cioè gli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi”, pubblicato nel 2001. Sono oltre 500 pagine, ma aiutano a ricercare la verità dei fatti.
Un fatto anzitutto: quella sinistra epoca è finita con il crollo dell’Unone Sovietica.
Le storielle da operetta dei presunti “golpisti” o dell’inafferrabilità dei brigatisti rossi ad oggi possono solo fare sorridere, per non piangere.
L’Italia è stata teatro di lotte a dimensione internazionale, che spesso hanno mosso come burattini i famosi presunti “servizi deviati” (da chi?), squadristi neri e brigatisti rossi, nel quadro di politiche ben più “occhiute” per cui gli interessi in gioco andavano ben oltre alle farneticanti dichiarazioni che accompagnavano – ma non sempre – gli attentati.
Tanto per fare un solo riferimento, pensate che l’attentato di Ustica non sia collegato agli altri atti di terrorismo? Però per Ustica non si è riusciti a tirare in ballo le teorie del colpo di Stato o la guerra proletaria…
Mi piacerebbe che FdI affrontasse, in una sede appropriata e sotto un profilo rigorosamente storico, la ricostruzione di quel periodo.
Senza ovviamente azzardare facili conclusioni, la liberazione dell’Italia da soggezioni di potenze straniere ha fatto svanire quell’epoca come la nebbia in un mattino di sole.
Con affetto
Alessandro
Una delle “pagine” più tristi della nostra storia,ricordo che fu una vicenda politicamente scorretta,piena di depistaggi e con i media che influenzarono in modo negativo l’opinione pubblica, sono d’accordo con la presidente del consiglio quando sottolinea di dover rispettare il lutto delle povere vittime, purtroppo come sempre il PD cerca di fare polemica su qualsiasi evento,anche su tragedie…
Il miglior articolo letto finora sull’anniversario di questa tragedia,che rispetta le vittime e non fa la solita propaganda,