Terroristi all’università, Leila Khaled invitata alla Sapienza per parlare del conflitto in Palestina: “Ho scelto le armi nell’interesse degli oppressi e non degli oppressori”

“Ho scelto le armi e credo che impugnarle sia uno degli strumenti principali nel risolvere questo conflitto nell’interesse degli oppressi e non degli oppressori”. Queste sono le parole dell’ex terrorista palestinese Leila Khaled, oggi membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche dall’Ue e dagli Stati Uniti, la quale parteciperà al convegno “Palestina: le radici del genocidio, gli orizzonti della lotta”, organizzato dall’associazione studentesca “Cambiare rotta” all’Università Sapienza di Roma il 2 ottobre, a pochi giorni dall’anniversario della strage di Hamas compiuta il 7 ottobre. La Khaled nel 2023 partecipò a due occupazioni organizzate dai collettivi dell’Università Orientale di Napoli e dell’Università di Torino. Adesso replicherà, sempre da remoto, all’evento della Sapienza.

Chi è Leila Khaled

L’illustre ospite dell’evento ha un curriculum di tutto rispetto, diventata famosa per una foto in cui imbraccia un AK-47 con indosso una kefiah, è stata una una terrorista attiva alla fine degli anni 60, quando divenne nota per il dirottamento di due aerei di linea nel 1969 e nel 1970. La sua militanza iniziò da giovanissima, all’età di 15 anni seguendo le orme del fratello si unisce al Movimento nazionalista panarabo. Il ramo palestinese, dopo la Guerra dei 6 giorni del 1967, diventa il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. La donna, attualmente componente del Consiglio Legislativo Palestinese, partecipò alla serie di dirottamenti simultanei di Dawson’s Field nel 1970 che destabilizzarono la Giordania, periodo passato alla storia come Settembre Nero. Venne arrestata a Londra e poi rilasciata nel quadro di uno scambio di prigionieri. Nel 2017 tentò di entrare in Italia per partecipare ad un evento sulle “Donne nella lotta palestinese” dedicato ai 50 anni dalla nascita del Fronte di Liberazione, su invito di un’associazione di estrema sinistra, ma venne respinta dalle autorità italiane a Fiumicino e imbarcata su un volo per Amman, in Giordania, dove vive. Ora si dedica alle conferenze organizzate nelle università, dove può esprimere un pensiero di parte, in assenza di un contraddittorio che possa garantire il dibattito. Leila Khaled non si è mai pentita di ciò che ha fatto, anzi rivendica la sua lotta contro “l’oppressore” israeliano. La domanda sorge spontanea: cosa può insegnare a ragazzi di vent’anni questa persona? Forse come impugnare un fucile, forse come dirottare un aereo, forse perché è giusto voler distruggere Israele: sicuramente nulla di positivo. 

FdI: “Apologia del terrorismo”

L’invito ha suscitato le critiche del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti: “Le università dovrebbero essere luoghi di crescita culturale e del pensiero. Ma se ospitano persone con un passato quantomeno raccapricciante, senza contraddittorio, finiscono per fare tutt’altro: non cultura ma apologia del terrorismo. Bisogna anche saper fissare un limite quando si vuole tutelare la libertà di espressione negli atenei, perché se si vuole dire che Israele va distrutta, non merita di esistere, non si fa cultura ma bieca demagogia”. 

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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