Un sempreverde, da utilizzare quando meglio si vuole. Nei momenti di difficoltà, ad esempio, quando si è ancora lontani dalla festa della Liberazione in cui fare paragoni tra il regime totalitario di cento anni fa e il governo democraticamente eletto dei nostri giorni; o anche quando si è ancora lontani dalla fine dell’anno, periodo perfetto per incitare alle rivolta sociale in vista dell’approvazione della legge di Bilancio. È tornata sulla bocca della sinistra: la patrimoniale.
Fratoianni: “Abbassare le tasse è sbagliato, serve un’alleanza internazionale”
È forse il tema che accomuna di più la sinistra di oggi con quella di stampo marxista e poi sovietico che si riconosceva sotto la soglia PCI. Oggi gli eredi di quella classe politica sono cambiati in molte cose. Ma la volontà di tassare maggiormente i ricchi (cosa che in realtà già avviene, ed è già abbastanza) in virtù di una vendetta sociale che rallenterebbe l’economia del Paese, è sempre la stessa. Parte con la litania, non a caso, proprio Nicola Fratoianni, il neo-comunista di Avs: “Abbiamo presentato emendamenti e proposte di legge per una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Continuiamo a pensare che sia urgente farlo ed esistono strumenti da utilizzare su un argomento spesso utilizzato contro questa opzione e cioè la fuga dei capitali all’estero. Si possono tassare anche negli anni successivi, una volta spostati fuori”. Eccolo, il richiamo per i compagni comunisti: riprendete i forconi e le torce infuocate, ci sono ancora troppe persone da tassare. È un appello però che non vuole essere soltanto italiano, ma europeo, se non globale. Con un meraviglioso salto che oggigiorno soltanto la sinistra sa regalarci, passando da essere iper-globalista a nemica dei mercati quando ci si sposta un po’ più in là all’interno della medesima coalizione: “Sulle tasse la destra internazionale ha costruito una potente narrazione e tossica e ha lavorato dicendo che le tasse vanno abbassate a chiunque. Questo si è rivelato clamorosamente sbagliato. Quella narrazione tossica è stata così potente che si è insinuata anche in quelle forze che avrebbero potuto offrire una alternativa”. La questione si fa seria: “Dobbiamo lavorare a una alleanza internazionale, globale sul terreno o della tassazione dei super ricchi. Ma c‘è anche una questione che riguarda noi in Italia: credo che sia arrivato il momento dell’imposizione patrimoniale sulle grandi ricchezze”.
Schlein: “Serve una patrimoniale europea”
Il tutto è stato pronunciato a un convegno della Oxfam Italia a cui erano presenti anche Elly Schlein e Giuseppe Conte. Proprio il presidente del Movimento Cinque Stelle ha risposto al compagno Fratoianni: “Non c‘è dubbio che occorra un sistema più equo per quanto riguarda la tassazione. Non possiamo permettere una ricchezza concentrata in mano di pochi e peraltro parassitaria, molto spesso fatta non in base a un valore aggiunto, ma di una ricchezza finanziaria che viaggia sulle reti digitali”. Dunque, davanti a problemi che tutto sommato possono nascere, la sinistra pensa di risolverli tassando piuttosto che investendo. Anche Elly Schlein sembra essere d’accordo: “La patrimoniale? Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni, una tassazione dei super ricchi come ha proposto Lula. Ma va fatto almeno a livello europeo, perché con la volatilità del capitale è più efficace. Noi siamo aperti a discutere”. Qualcuno le spieghi che la ricchezza va creata, non va distrutta: i cittadini devono essere aiutati nell’aumento dei loro salari e non nella distruzione di quelli più alti. E per far ciò, c’è solo una strada: investire.