Ti alzi alle sei così ti puoi permettere mezz’ora di tapis roulant che ti aiuta a stare in pace con le raccomandazioni dei medici e ti lava la coscienza prima che la doccia lavi il resto. Poi, mentre ti prepari ad uscire, accendi la TV e ascolti i vari telegiornali che si susseguono senza soluzione di continuità. Scopri così che…
Il governo gialloverde sta per affrontare la crisi TAV. Due posizioni diversissime già dalla campagna elettorale, arrivano al confronto e, forse, allo scontro, anche se ben celato. DiMaio dice che la TAV va fermata e gli fa eco il premier Conte, che ogni tanto sbuca e ti ricorda che c’è anche lui, proprio quando sta per finire nel dimenticatoio. Al giovane leader grillino, risponde prontamente “Il Capitano”, nomignolo affettuoso affibbiato dai leghisti a Matteo Salvini. “La TAV si fa eccome, non possiamo rimanere indietro rispetto all’Europa”, dice e si lascia sfuggire anche un piccolo richiamo a quei due miliardi di euro che l’Italia dovrebbe pagare tra restituzioni di fondi ottenuti e multe. Soldini che ovviamente non ci sono. A questo punto resterà solo da vedere come finisce, ma se tanto ci dà tanto, si continuerà a tirare avanti il cantiere a tozzi e bocconi, tra blocchi più o meno programmati, scontri tra maestranze e dimostranti e/o tra maestranze e forze dell’ordine e dimostranti, tutti insieme appassionatamente in una mega rissa mentre i furbetti di turno si fregano un po’ di materiali e macchinari preziosi. All’italiana, insomma.
Cambio di servizio e ci ritroviamo in un campo rom non autorizzato nella periferia romana. Ieri è stato fatto uno sgombro, roba da non crederci perché in Italia sono davvero rarissimi! Quasi si rimane attoniti davanti alla notizia nuda e cruda se non fosse che poi la solerte giornalista nello studio di Skytg24 passi la linea all’inviata sul campo. C’è il sole che batte a picco, e la temperatura deve essere proibitiva, sono queste le scusanti che diamo alla ragazza che con il microfono in mano si aggira alla disperata ricerca di qualcuno che le parli di “presunte violenze subite dai rom durante lo sgombero… ci hanno riferito addirittura di spray al peperoncino!”. Parole dette con un tono di chi annuncia il rischio antrace. Le va male, nessuno conferma particolari violenze nemmeno se ripetutamente sollecitato, a parte un tipo che dice di aver visto dare “degli spintoni”… ahimè. In compenso, la giornalista blocca un lussuoso furgone con all’interno tre nerboruti omaccioni. Chiede lei, piena di affranta comprensione: “Vi hanno cacciato, state tornando in Romania?” Risponde il rom alla guida, che rischia di scoppiarle a ridere in faccia: “Che Romania e Romania, andiamo qui dietro”. Si susseguono altre amenità simili per un servizio senza né capo né coda. In compenso, ci sentiamo tutti molto partecipi (si legge l’ironia?), quando il TG fa partire un servizio su Mattarella. L’esimio Presidente della Repubblica sta tenendo un discorso dove cita il pensionato romano che provando una pistola ad aria compressa sul balcone di casa, ha ferito una bambina rom in braccio alla mamma. Inutile dire che il pensionato in questione va punito severamente se non altro per l’alto tasso di imbecillità dimostrata, ma ci viene spontaneo chiedere perché Mattarella si senta tanto colpito e sconvolto per questo disgraziatissimo incidente e non abbia invece speso una parola sulla povera Pamela DiMastropietro, brutalmente massacrata e fatta a pezzi da uno o forse più immigrati nigeriani irregolari. Misteri del Quirinale.
Altro cambio di servizio e si finisce per parlare di “famigliole gay”. Il ministro della Famiglia Fontana ha appena detto che non verranno più registrati bambini come figli di famiglie gay, in quanto giustizia vorrebbe che si tenesse conto prima delle necessità di un bambino e poi delle aspirazioni degli adulti. Il che non fa una piega, anche perché il bambino in caso di adozione gay o utero in affitto, non ha potuto certo dare il suo parere. In più, la pratica dell’utero in affitto in Italia è vietata. Ma, come è ovvio, l’Arcigay non ci sta, e i suoi portavoce parlano di un ritorno al Medioevo, mentre Nichi Vendola non sa più se lamentarsi per queste dichiarazioni di Fontana o sul fatto che DiMaio gli ha massacrato il vitalizio proprio adesso che ha un figlio da crescere. Mentre ci pensa, si lamenta genericamente, che tanto male non fa. E comunque la sindaca Appendino fa sapere che lei continuerà con le registrazioni in barba alle eventuali decisioni del governo che evidentemente, a Torino, non valgono.
Poi per finire, rapida intervista al condirettore di Famiglia Cristiana sulla famigerata copertina che recita “Vade retro Salvini”. Chiede il giornalista se non sia un po’ forte come titolo, ma il condirettore Regolo risponde che il tutto è stato male interpretato. Fa un discorso un po’ pasticciato, ma pare voglia dire che con quel “va de retro” non ci si riferiva al demonio come tutti hanno inteso, ma a Pietro, il giorno che rinnegò nostro Signore. Insomma, quasi un complimento. Che Salvini lo sappia e non se ne dolga. Del resto, una copertina di Famiglia Cristiana non è cosa da poco. L’ha avuta la Boldrini come “italiana dell’anno” e una perfino Napolitano, ripreso mentre prega e accompagnato con un “grazie Presidente”, perciò è più che evidente che alla redazione del settimanale piaccia davvero scherzare.
Ed ecco qui. Ora di andare al lavoro. Per fortuna si può spegnere la TV e uscire di casa per affrontare un’altra qualunque mattina di un giorno da cani.