Sulla vittoria di Donald Trump alle elezioni americane sono stati numerose le note di commento di esponenti di Fratelli d’Italia. Quanto al governo, oltre alle dichiarazioni, sui social, di Giorgia Meloni, è intervenuto il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Edmondo Cirielli, che si dice “felice per la straordinaria prova di democrazia negli Usa” e sottolinea il fatto che “un’alternanza pacifica, sebbene contesa, è prova di maturità e di legalità democratica. Per l’Italia non cambia nulla. L’amicizia dei nostri popoli prescinde dai governi protempore” conclude l’esponente di Fratelli d’Italia.
Dal canto suo il segretario generale di ECR Party e deputato di Fratelli d’Italia Antonio Giordano pone l’accento sulla “riaffermazione della fiducia nei valori conservatori per affrontare le sfide globali” e aggiunge che “l’Italia guarda con ottimismo a questo nuovo mandato, vedendo in esso una preziosa opportunità per rafforzare ulteriormente i legami storici e strategici che uniscono le nostre Nazioni. Siamo pronti a collaborare strettamente con la nuova amministrazione su un’agenda condivisa, volta a promuovere stabilità, sicurezza e prosperità per entrambe le sponde dell’Atlantico. In un mondo in rapida evoluzione, siamo certi che il dialogo e la cooperazione tra le nostre Nazioni saranno fondamentali per costruire un futuro più sicuro e prospero, fondato su valori comuni e una visione condivisa”.
Il capodelegazione a Bruxelles Carlo Fidanza, a sua volta, ha sottolineato che “Donald Trump ha vinto nel voto popolare dopo essere scampato a due tentativi di omicidio e aver subito attacchi di ogni tipo”. Il suo, dunque, “è un miracolo politico, ma è soprattutto la vittoria del senso comune, di milioni di americani che non sono mostri, come li dipinge la sinistra, ma vogliono sicurezza, meno tasse e più amor patrio”. Alle sue parole hanno fatto seguito quelle del collega eurodeputato di FdI e co-presidente di ECR Nicola Procaccini, che oltre a congratularsi con il vincitore, la cui “dedizione e leadership hanno chiaramente risuonato con gli americani in tutta la nazione”, fa presente come “anche negli Usa, come in Europa, hanno vinto il Paese reale ed i bisogni delle persone”. A sua volta l’europarlamentare di FdI Carlo Ciccioli rileva, sulla vittoria di Trump, che “da Bruxelles si ha la sensazione della fine definitiva del politicamente corretto e dell’ipocrisia conformista” ed aggiunge che “l’Italia, grazie al governo Meloni, stabile e realista, potrà rafforzare il proprio legame con gli Usa di Trump”.
Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, ha parlato del rapporto Italia-Usa, con particolare riferimento ai due presidenti. Dice infatti che la “vittoria di Donald Trump somiglia molto a quella di Giorgia Meloni di due anni fa”, che è stata una vittoria “dei cittadini di buonsenso, che vogliono città più sicure, un efficace contrasto all’immigrazione illegale e la difesa dei confini, più tutele per le famiglie e la maternità, che chiedono sostegni per chi lavora e per coloro che producono lavoro e ricchezza. Per mesi – rileva Malan – abbiamo subito la campagna mediatica dei media orientati, naturalmente a sinistra, che dipingevano un’America che non esiste e che alla fine si è palesata minoranza nelle urne. Loro, espressione di quella sinistra tutta ideologie e radicalismi, sempre nemica delle libertà, sono stati sconfitti”.
Per Antonella Zedda, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, il principale partito della sinistra italiana, il Pd, dovrebbe fare i conti con la lezione americana. “Dopo la cocente sconfitta dei democratici e la straripante vittoria di Trump, Elly Schlein, attribuendo le felicitazioni di alcuni italiani” al neopresidente Usa, “parla di posizionamento di bandiera a scapito del bene dell’Italia”. Nel fare questo “non si rende conto che la sua analisi e la sua posizione sono di parte e miopi” e dimostrano che non riesce “ad andare oltre la partigianeria. In America, come in Italia, si sono scelti due schieramenti che lavorano per il bene della propria terra, in maniera incondizionata e collaborando con tutti i partner internazionali aldilà del loro posizionamento partitico”.
A sua volta il senatore Andrea De Priamo fa notare che la vittoria di Trump sancisce lo scollamento tra sinistra elitaria e popolo, “un dato che anche in Europa si sta affermando negli ultimi anni”. Quanto agli Usa, “nonostante una campagna elettorale in cui il mainstream ha demonizzato la figura di Trump, gli elettori americani hanno scelto liberamente e in netta controtendenza rispetto ai media e agli opinion leader di sistema”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti rileva che “la vittoria di Trump è la migliore dimostrazione del fatto che la demonizzazione dell’avversario finisce per travolgere chi se ne fa alfiere” e che il risultato in questione “lascia ammutolita la sinistra italiana che, ancora una volta, si era spesa con proclami e peana a favore della vittoria di Kamala Harris”.
Secondo Elisabetta Gardini, vicecapogruppo di FdI alla Camera, “l’Italia rafforzerà il rapporto di amicizia e diplomazia con gli storici alleati d’oltreoceano” e questo “sarebbe avvenuto qualunque fosse stato il vincitore di questa importantissima elezione presidenziale, grazie all’affidabilità del governo Meloni. Diversamente, non sappiamo se lo stesso sarebbe stato possibile con un governo dominato dalle sinistre faziose e anti-Trump. Ancora una volta queste forze politiche escono ridimensionate anche da questa storica sconfitta elettorale che giunge da oltre Oceano”. Alfredo Antoniozzi, vicepresidente di FdI alla Camera, dice che avrebbe votato Trump ma avrebbe rispettato Harris: “siamo amici degli americani da sempre e ci auguriamo che la vittoria di Trump contribuisca, come ha promesso, a riportare la pace nel mondo”.
A sua volta Antonio Baldelli (FdI) ha espresso “soddisfazione e apprezzamento per il fatto che a guidare una grande democrazia come quella americana sia un politico che sino ad oggi non si è uniformato al politicamente corretto”. Su questa stessa linea anche Alessia Ambrosi (FdI), secondo cui in America “ha perso il modello culturale della sinistra, paladina della cancel culture” e del politicamente corretto. E per questo, conclude, “oggi il mondo tira un sospiro di sollievo”, che è quello “di tutti coloro che amano la libertà senza compromessi, senza timidezze e senza troppi lacci e lacciuoli”. Dal canto suo Michele Schiano Di Visconti (FdI) fa presente che la vittoria di Trump rappresenta l’affermazione dei valori conservatori e Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, sottolinea che “c’è una frattura tra l’elite e il popolo e Trump, pur facendo parte dell’elite, ha interpretato le aspirazioni, le paure più profonde del popolo americano, che ormai non si rappresenta più nel politicamente corretto”.
Secondo Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri alla Camera, oltre ad essere il giorno di Donald Trump, “oggi è anche il giorno di oltre 75 milioni di americani che hanno creduto nel partito repubblicano, nei valori conservatori e che hanno voluto mandare un segno di discontinuità rispetto al passato”. Gli fanno eco le parole del collega deputato Saverio Congedo, secondo cui “con la vittoria di Trump vince il popolo” e con esso “il senso comune e il Paese reale. Il tutto con buona pace della sinistra e dei democratici che hanno erroneamente pensato di poter vincere attaccando l’avversario”.
A sua volta Alessandro Amorese, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera, nel corso della presentazione del libro di Matteo Carnieletto La terza guerra mondiale a pezzi “con la vittoria di Trump si riaprono finestre geopolitiche nuove” perché “le speranze dell’Occidente sono tutte per la potenziale facoltà del neopresidente americano di trovare i giusti dialoghi al fine di una pace seria”.
Dal canto suo Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir, parlando ai margini del Salone della Giustizia, in merito all’elezione di Trump dice che “come dirigente di Fratelli d’Italia sono contento che la sinistra abbia perso anche negli Stati Uniti ma come forza di maggioranza diciamo che i rapporti tra Italia e Stati Uniti sono ottimi a prescindere e soprattutto l’Italia penserà sempre all’interesse nazionale, quindi agli italiani, e quindi collaboreremo con gli altri Stati ma avendo come faro unico nella nostra politica estera l’interesse dell’Italia”.
Secondo, infine, il deputato Andrea Di Giuseppe, eletto nella Circoscrizione estero, ripartizione America centrale e settentrionale, la vittoria di Trump “per l’Italia è un’opportunità, perché il nostro Paese sarà l’unico interlocutore conservatore di Trump” e “ci saranno molti punti sui quali poter lavorare a tavoli separati ma anche con l’Europa”. Inoltre “Giorgia Meloni negli Stati Uniti è ritenuta una persona estremamente credibile. E non ci scordiamo che il voto di oggi viene fuori anche da una grandissima partecipazione, come non si era mai vista prima, della comunità italo americana, la più grande d’America, con 16 milioni di nostri connazionali con passaporto americano che conoscono bene la nostra premier. Ultimo argomento – conclude Di Giuseppe – ma non certo per importanza, sono le guerre e i conflitti in diverse parti del mondo. Ho sempre detto, e vedrete che sarà così, che la soluzione si troverà con l’amministrazione Trump”.