Manca quasi un anno alle elezioni regionali delle Marche, previste nell’autunno 2025, e il centrosinistra, forte dei risultati ottenuti in Emilia Romagna e in Umbria è già in versione campagna elettorale. Diverso l’atteggiamento del centrodestra, alla guida della Regione con Francesco Acquaroli, che schiva le polemiche, si tiene lontano dalla mischia e si dedica a portare a termine il mandato con risultati concreti in particolare su infrastrutture, fondi europei, territori e sanità. E se Acquaroli appare saldo in sella e pronto ad una nuova investitura, il centrosinistra non ha ancora messo nero su bianco il nome di chi sfiderà l’attuale governatore. Molto probabile, ma la decisione ci sarà solo nei primi mesi dell’anno prossimo, la candidatura di Matteo Ricci che è la più gettonata.
Ricci, neo parlamentare europeo porta una dote di 52mila preferenze ottenute solo nelle Marche, ma anche la quindicennale esperienza di amministratore a Pesaro. Unico capoluogo marchigiano governato dal centrosinistra. Candidato o meno, ma le alternative al momento non appaiono a portata di mano, Ricci lavora al progetto di un centrosinistra largo, che raccolga diverse istanze perché “Senza alleanza non si vince”. Da Bruxelles segue da vicino le Marche ma è consapevole che “la coalizione conterà sempre di più e noi dovremo essere intelligenti e generosi coi nostri alleati, ovvero l’ala movimentista rappresentata dal M5S, l’ala sinistra di AVS e una formazione al centro che attragga il voto moderato”.
Sull’altro fronte l’attuale governatore è pronto a correre di nuovo, forte dell’appoggio del proprio partito, Fratelli d’Italia, della coalizione di centrodestra e con diversi movimenti anche civici che premono (da Base Riformista alle Liste Civiche), altro fattore da considerare.
“Mille variabili” incidono sui risultati, il mantra che Acquaroli ripete, per allontanare lo spettro Umbria, ma soprattutto contano “le cose che si riescono a fare”, la capacità di coinvolgere i territori nell’azione del proprio mandato e alle urne, e di aggregare quante più forze possibili intorno ad una visione politica, superando particolarismi e divisioni.
Il centrodestra si sente saldo nelle Marche e il governatore punta a proseguire l’azione su vari fronti, in particolare sulla sanità, iniziata con l’eliminazione dell’Azienda sanitaria unica regionale e l’istituzione di aziende sanitarie territoriali a livello provinciale per portare i servizi sul territorio per renderli più efficienti e vicini ai cittadini. Preoccupa però il trend di bassa partecipazione alle urne e lo stillicidio di date elettorale nell’anno: “forse – riflette Acquaroli – sarebbe opportuno valutare una data o due a livello nazionale, per rendere più facile il coinvolgimento dei cittadini nella partecipazione al voto”.