Vertice Ue a Bruxelles, riuniti i 27 leader per discutere le nomine

All’indomani delle elezioni europee, il quadro emerso è piuttosto chiaro. La leadership di Francia e Germania infatti, risultano indebolite, mentre il Premier Giorgia Meloni, dopo lo straordinario risultato ottenuto per l’Italia, chiede che sia riconosciuto “Il ruolo che le spetta in termini di competenze dei commissari.” Soprattutto perché il verdetto espresso dai cittadini europei è incontrovertibile: no all’utopia, si al realismo politico. Si allo Stato Nazionale, no agli Stati Uniti d’Europa, No al Green deal, no all’immigrazione irregolare e si alla difesa e al controllo dei confini.

Si avvicina lo scontro sulla guida della Commissione e sul futuro dell’Europa, in un primo appuntamento previsto per stasera con una cena informale, organizzata dal Presidente del Consiglio Charles Michel, alla quale siederanno i 27 Capi di Stato. Si discuteranno i posti di vertice delle istituzioni comunitarie, la presidenza della Commissione, del Consiglio Europeo, del Parlamento e l’alto rappresentante degli Affari Esteri.

Secondo le previsioni, infatti, si procederà per la riconferma di Ursula Von der Leyen, per la Commissione, António Costa per il Consiglio, Metsola, per il Parlamento e Kaja Kallas per l’Alto Rappresentante.

Tradizionalmente, le scelte sono un compromesso tra i risultati elettorali, i desideri nazionali, le ambizioni personali così come il perseguimento di equilibri geografici e di genere. La signora von der Leyen, 65 anni, punta ad essere confermata alla guida della Commissione.

L’orientamento è dunque per il suo bis, ma continuano a pesare numerosi veti incrociati, per questo la Von der Leyen intende giocare d’anticipo. C’è la necessità di ampliare all’Eurocamera i numeri dei suoi sostenitori. I socialisti hanno chiesto che non vengano coinvolti i Conservatori della presidente Giorgia Meloni, e avviare una trattativa serrata con i verdi che contano una cinquantina di eletti. I popolari chiedono l’esatto contrario, cioè escludono ogni rapporto con gli ambientalisti e aprono a Fratelli d’Italia.

Sebbene lo scenario delineato sia questo, la risoluzione definitiva per la sigla dell’accordo potrebbe non terminare con la cena di stasera, come ha anticipato Meloni –  a margine del G7 in Puglia – , definendo “di buon senso” la possibilità di aspettare l’esito del voto francese prima della decisione sui vertici delle istituzioni Ue. In ogni caso sarà sempre Macron l’interlocutore al tavolo del Consiglio Europeo e per l’Italia il rinvio “non è un tema pregiudiziale”, ha rassicurato la leader italiana.

Possibili alternative alla Von der Leyen

Prima delle elezioni europee, si sono moltiplicate le ipotesi di possibili alternative per la presidenza della Commissione.

Altri leader del Ppe, come il croato Andrej Plenković, il rumeno Klaus Iohannis e il greco Kyriakos Mitsotakis, sono stati indicati insieme a Roberta Metsola, attuale presidente del Parlamento europeo.

Un’altra delle alternative che hanno attirato i maggiori titoli dei giornali, è stato il nome di Mario Draghi, ex primo ministro italiano. Ma la proposta, ampiamente attribuita ai funzionari francesi come stratagemma per strappare concessioni alla von der Leyen, è sempre stata inverosimile: Draghi non è affiliato ad alcun partito politico e la sua nomina sconvolgerebbe completamente il gioco delle trattative.

La richiesta che potrebbe arrivare da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia, sarà accolta la richiesta di una presidenza e una vicepresidenza di peso all’interno della Commissione. Tra i nomi che circolano ci sono Belloni, Fitto, Colao, Franco e Cingolani.

L’Italia per la prima volta è decisa, forte del consenso ottenuto, a far sentire la sua voce nei tavoli che contano.

Sulle tempistiche quindi, i dubbi restano, rendendo sempre più concreta la possibilità di una risoluzione finale, prevista al vertice formale che si terrà il 27 giugno. Queste alcune delle ipotesi proposte,

L’obiettivo è quello di costituire al più presto un nucleo europeo solido, che possa essere rapidamente operativo, per fronteggiare l’avanzare, di un contesto globale sempre più incerto e minaccioso.

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Veronica Passaretti
Veronica Passaretti
Sono nata il 1/01/2000, esattamente la prima nata del millennio. Da sempre innamorata della politica, tanto da iniziare la militanza in Gioventù Nazionale a 15 anni. Irrimediabilmente affascinata dai valori che il Tricolore rappresenta. ‘’Usque ad finem’’ non è solo il mio motto, ma uno stile di vita. Amante del vino rosso, simbolo di passione, cultura, storia e tradizioni italiane. Istinto, tenacia e una buona dose di testardaggine a completarmi.

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