Ricordo e verità: è ciò che cercano i membri e i militanti di Fratelli d’Italia e di Gioventù Nazionale, che insieme ai cittadini siciliani si sono uniti nella fiaccolata per le strade di Palermo in onore di Paolo Borsellino, tappa fissa il 19 luglio di ogni anno, nel giorno in cui, nel 1992, il magistrato venne tragicamente ucciso insieme agli uomini della sua scorta in un’esplosione che scosse l’intera Nazione.
Forse, la percezione dell’epoca fu quella che la mafia ce l’aveva fatta a sconfiggere lo Stato, uccidendo l’uomo che maggiormente era impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, specialmente dopo l’uccisione dell’amico e collega Giovanni Falcone. Ma proprio come pensava Falcone, le idee dei due magistrati continuano a camminare sulle gambe di chi crede in certi valori. Giorgia Meloni più volte ha raccontato che è stato l’attentato a Borsellino il motivo per cui si mobilitò politicamente ed entrò per la prima volta in una sezione di partito. E come lei tanti altri militanti: un’Italia che risponde con forza alla mafia, grazie soprattutto ai più giovani. Così lo Stato c’è, torna nelle periferie, nei quartieri abbandonati, i ragazzi tornano a vivere il proprio territorio, come a Caivano. E tornano a chiedere e a sognare un’Italia libera dalle mafie.
L’esplosione di via d’Amelio non ha cancellato le “tensioni morali” del magistrato: sfilare, ancora una volta, per le strade di Palermo estrinseca quella volontà di non lasciare più spazio alle mafie. Mafie che si rafforzano laddove lo Stato è assente, o dove lo Stato fa finta di non vedere. A distanza di più di 30 anni, molte verità restano ancora celate, in quell’operazione di depistaggio che è tra le maggiori e più clamorose della storia repubblicana. Anche combattere per la verità vuol dire combattere i sistemi che basano la loro esistenza proprio sull’omertà e sul silenzio. Uno degli striscioni esposti al corteo riportava la storica frase del magistrato: “Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”.
A sfilare per le strade di Palermo c’erano gli esponenti di spicco di Fratelli d’Italia. Da Arianna Meloni a Giovanni Donzelli, da Chiara Colosimo ad Andrea Delmastro, da Lucio Malan a Fabio Roscani. Accompagnati da sindaci e amministratori comunali provenienti da tutta la Sicilia. La Voce del Patriota ha riportato in diretta sui suoi profili social la fiaccolata, con il racconto di Alessandro Nardone, in quelle strade sulle quali era rivolta l’attenzione dei cittadini palermitani, che si affacciavano dai balconi dei palazzoni, passando davanti ai murales commemorativi di altri importanti vittime di mafia, come il giudice Cesare Terranova e il maresciallo Lenin Mancuso. La luce delle fiaccole rendeva omaggio a Borsellino in un suggestivo tragitto che ha portato proprio in via d’Amelio, dove la commemorazione si è fatta ancora più intrisa di emozioni. Davanti all’abitazione del magistrato, ora sorge un ulivo su cui si appendono dediche e ricordi. Il presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo è stata la prima ad avvicinarsi, seguita poi dagli altri esponenti, a sugello dell’impegno profuso dalla maggioranza nella lotta alla mafia che, giorno dopo giorno, viene dimostrato dai fatti.