“In seguito ad alcune missioni, in particolare dopo quella in Israele e dopo aver raccolto testimonianze anche tra le donne ucraine, é emerso che sebbene il crudele fenomeno della violenza delle donne in guerra sia sempre esistito, negli ultimi decenni si è trasformato: la donna da ‘bottino’ é diventata un’arma di guerra. Nel senso che proprio le donne pagano il prezzo più alto dei conflitti e troppo spesso proprio sul loro corpo.
Esistono addirittura le istruzioni su come violentarle privandole della loro capacità di riprodursi, in modo da annientare quel popolo per sempre.
Da qui la mia decisione di agire su due piani: internazionale presentando una risoluzione all’OSCE, sottoscritta da 47 paesi e approvata all’unanimità nello scorso luglio e nazionale presentando un disegno di legge che descriva e sanzioni il reato della violenza sulle donne come arma di guerra che attualmente è in esame in commissione Giustizia del Senato”.
A dichiararlo la senatrice Susanna Campione, componente della commissione Femminicidio durante il suo intervento alla conferenza stampa di oggi in Senato sulla prevenzione della violenza di genere nella difesa italiana, promossa dal sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti.