La Russia sta continuando il proprio piano per l’eliminazione delle personalità sgradite alla propria Oligarchia: l’ultima figura politica di spicco a finire nel mirino di Vladimir Putin è l’Ex Premier ucraina Yulia Timoshenko, dal 2007 al 2010. È stata già protagonista della Rivoluzione Arancione ed Imprenditrice nel settore energetico, in particolare del gas.
Secondo il Ministero dell’Interno russo, Yulia Timoshenko sarebbe ora indagata per un reato penale di natura sconosciuta: una scusa che assomiglia moltissimo a quelle utilizzate per mettere in cattiva luce gli oppositori del Regime di Vladimir Putin. D’altro canto c’era da aspettarselo da parte di chi sta conducendo una vera e propria campagna d’incarcerazione contro i dissidenti, strano che fino a questo momento la Corte russa abbia deciso di non metterla al centro del mirino.
Il carisma dell’Ex premier donna deve aver catturato ancora una volta l’attenzione del Cremlino, che a distanza di anni riesce a covare rancore per tutti coloro che da tempo si sono dimostrati dei veri e propri ostacoli per le politiche filo-russe nel territorio ucraino.
Una sete di vendetta post-sovietica che di certo non ha la benché minima intenzione di arrestarsi proprio adesso: l’intensificarsi degli attacchi russi sul territorio ucraino risulta essere in concomitanza con le campagne di propaganda e persecuzione in cui si dilettano tutti gli esperti della Presidenza Putin.
Evidentemente, l’importanza della Tymoshenko nell’ambito energetico si è rivelata piuttosto spaventosa per la Russia, che ha fatto delle proprie possessioni energetiche un ricatto nei confronti dei paesi europei e non solo, dopo l’allontanamento e le sanzioni dovute all’invasione dell’Ucraina.
Nulla di anomalo, qualora questa tesi dovesse dimostrarsi veritiera, anche in considerazione della poliedricità della guerra in corso, che congiunge fini d’espansione a tematiche economiche e politiche decisamente importanti per la nota Federazione russa.
In attesa di altre delucidazioni sul reato commesso dalla Tymoshenko, il quale ancora non è ben chiaro per molti dei media occidentali ed europei, sarebbe opportuno tenere vigile la propria attenzione su casi come questo: anche in questa situazione, le accuse rivolte all’Ex-Premier ucraina non sono state chiarite, sintomo di una possibile mancanza di prove da parte degli enti russi delegati. Tuttavia potrebbe trattarsi di una seria e piuttosto grave intimidazione, la quale potrebbe essere un risultato del forte astio dovuto al protagonismo di Tymoshenko dopo la rimozione del Presidente filo-russo Janukovic nel 2014, a fronte di quella che è passata alla storia per essere stata la “Rivoluzione Ucraina”.
Insomma, l’Ex Lady del Gas adesso è uno dei tanti nomi sulla lista nera della tirannide eurasiatica, ma di certo non sarà affatto semplice ottenere l’estradizione di una simile personalità, che in passato a subito arresti non poco discussi per accuse di corruzione da cui peraltro si è sempre reputata innocente. Secondo quanto attestato in passato da Tymoshenko, l’abuso di potere attribuito alla sua persona nel 2011, sarebbe stato in realtà una manovra orchestrata dal Presidente Janukovic in vista delle Elezioni Presidenziali ucraine che si sarebbero dovute verificare nell’anno 2015.
Sembra che la Giovanna d’Arco del granaio europeo sia ancora un problema per Mosca, ma i tempi in cui si urlava al rogo sono finiti da un bel pezzo: comunque sia, ancora una volta la Russia avrebbe dimostrato che le sue accuse siano fortemente arbitrarie e tutt’altro che ben definite. Il Cremlino dovrebbe tenere a mente, una volta per tutte, che gli spauracchi fanno paura soltanto agli uccelli, per le cause penali servono prove concrete.